Loriano Aiazzi. Bagliori dell’Anima
Dal 03 Dicembre 2022 al 18 Gennaio 2023
Massa | Massa-Carrara
Luogo: Museo Diocesano
Indirizzo: Via Alberica 26
Orari: dal mercoledì alla domenica 15-19
Curatori: Niccolò Lucarelli
Telefono per informazioni: +39 0585 49 92 41
E-Mail info: museodiocesanomassa@gmail.com
Sito ufficiale: http://beniculturalimassacarrarapontremoli.com
Il Museo Diocesano, da poco riaperto con un nuovo allestimento e con la mostra dedicata ai duecento anni della Diocesi istituita per volere di Maria Beatrice d'Este Cybo, arricchisce nel mese di dicembre la sua offerta culturale ospitando Bagliori dell’Anima, la personale dello scultore Loriano Aiazzi curata da Niccolò Lucarelli con il patrocinio del Comune di Massa e la sponsorizzazione tecnica delle aziende toscane Signal srl, NWG Italia e Villa Rainone.
La mostra è pensata come un dialogo fra arte antica e contemporanea all’insegna della spiritualità, che si sviluppa all’interno delle eleganti sale del cinquecentesco Palazzo dei Cadetti, in un accostamento fra l’approccio al sacro dell’arte antica e l’indagine contemporanea di Aiazzi; una mostra per riflettere su come il bisogno del sacro abbia da sempre accompagnata l’esistenza umana. Lungo il percorso, la Madonna del Trittico di San Pietro in Bagnara, pregevole opera quattrocentesca di Bernardino del Castelletto, dialoga con la bronzea Maternità di Aiazzi, celebrazione della figura di Maria e, per estensione, di tutte le madri; proseguendo, il ligneo San Rocco dipinto, databile al primo Cinquecento, incontra l’aurea muscolarità del San Giorgio colto nell’atto di brandire la spada, mentre nella cappella la Deposizione, soggetto fra i più intensi della tradizione sacra che Aiazzi ha appositamente realizzato per l’appuntamento massese, trova una naturale collocazione sull’altare, idealmente il cuore spirituale del Museo.
Dieci le opere esposte, un numero volutamente piccolo, nel rispetto e nella valorizzazione della collezione del Museo e della sua atmosfera, sospesa fra passato e presente, fra antichi documenti e pregevoli capolavori.
Don Emanuele Borserini, direttore del Museo, così accoglie le opere di Aiazzi: “Nel solco del dialogo con l’arte contemporanea, che per noi è da tempo qualificante, siamo lieti di accogliere negli spazi del Museo Diocesano l’esposizione delle opere di Loriano Aiazzi. Invitando gli amici che già frequentano le nostre iniziative e tutti coloro che desiderano incontrare il bello attraverso espressioni artistiche diverse, desideriamo offrire un’occasione di crescita e di riflessione su alcuni temi importanti, non ultimo lo stesso rapporto tra arte e fede oggi”.
Apice della mostra, il Cristo crocefisso, vicino al cuore di chi osserva per la sofferente, legnosa carnalità che esprime, per quel suo essere uomo fra gli uomini, fratello degli ultimi. Il solido ginepro dell’aspra Corsica diventa la pagina scolpita di un ideale Vangelo laico, con tutto il peso della storia millenaria dell’umanità; la sfera blu, simbolo di saggezza, riposa su quell’omero che sembra squarciato, così come la lunga spina argentata trafigge il corpo per buona parte della sua lunghezza. Terra e Cielo si fondono in quest’opera che unisce la spiritualità alla crudeltà, l’alfa e l’omega dell’essenza dell’individuo.
Nelle parole di Lucarelli, curatore della mostra, “si può apprezzare la ‘sublime povertà’ del tratto scultoreo di Aiazzi. A questa sobrietà formale se ne accosta una concettuale, rivolta direttamente alla “nudità” dell’individuo, agli aspetti spirituali del suo essere, quel suo ammirato guardarsi sospeso fra Cielo e Terra, in un continuo bisogno di conoscersi così come di relazionarsi con l’Essere Superiore”.
L’inaugurazione si terrà sabato 3 dicembre alle ore 17, alla presenza del Vescovo Mario Vaccari, dell’artista, del curatore, dell’assessore alla cultura Nadia Marnica e del Direttore del Museo Don Emanuele Borserini.
La mostra è pensata come un dialogo fra arte antica e contemporanea all’insegna della spiritualità, che si sviluppa all’interno delle eleganti sale del cinquecentesco Palazzo dei Cadetti, in un accostamento fra l’approccio al sacro dell’arte antica e l’indagine contemporanea di Aiazzi; una mostra per riflettere su come il bisogno del sacro abbia da sempre accompagnata l’esistenza umana. Lungo il percorso, la Madonna del Trittico di San Pietro in Bagnara, pregevole opera quattrocentesca di Bernardino del Castelletto, dialoga con la bronzea Maternità di Aiazzi, celebrazione della figura di Maria e, per estensione, di tutte le madri; proseguendo, il ligneo San Rocco dipinto, databile al primo Cinquecento, incontra l’aurea muscolarità del San Giorgio colto nell’atto di brandire la spada, mentre nella cappella la Deposizione, soggetto fra i più intensi della tradizione sacra che Aiazzi ha appositamente realizzato per l’appuntamento massese, trova una naturale collocazione sull’altare, idealmente il cuore spirituale del Museo.
Dieci le opere esposte, un numero volutamente piccolo, nel rispetto e nella valorizzazione della collezione del Museo e della sua atmosfera, sospesa fra passato e presente, fra antichi documenti e pregevoli capolavori.
Don Emanuele Borserini, direttore del Museo, così accoglie le opere di Aiazzi: “Nel solco del dialogo con l’arte contemporanea, che per noi è da tempo qualificante, siamo lieti di accogliere negli spazi del Museo Diocesano l’esposizione delle opere di Loriano Aiazzi. Invitando gli amici che già frequentano le nostre iniziative e tutti coloro che desiderano incontrare il bello attraverso espressioni artistiche diverse, desideriamo offrire un’occasione di crescita e di riflessione su alcuni temi importanti, non ultimo lo stesso rapporto tra arte e fede oggi”.
Apice della mostra, il Cristo crocefisso, vicino al cuore di chi osserva per la sofferente, legnosa carnalità che esprime, per quel suo essere uomo fra gli uomini, fratello degli ultimi. Il solido ginepro dell’aspra Corsica diventa la pagina scolpita di un ideale Vangelo laico, con tutto il peso della storia millenaria dell’umanità; la sfera blu, simbolo di saggezza, riposa su quell’omero che sembra squarciato, così come la lunga spina argentata trafigge il corpo per buona parte della sua lunghezza. Terra e Cielo si fondono in quest’opera che unisce la spiritualità alla crudeltà, l’alfa e l’omega dell’essenza dell’individuo.
Nelle parole di Lucarelli, curatore della mostra, “si può apprezzare la ‘sublime povertà’ del tratto scultoreo di Aiazzi. A questa sobrietà formale se ne accosta una concettuale, rivolta direttamente alla “nudità” dell’individuo, agli aspetti spirituali del suo essere, quel suo ammirato guardarsi sospeso fra Cielo e Terra, in un continuo bisogno di conoscersi così come di relazionarsi con l’Essere Superiore”.
L’inaugurazione si terrà sabato 3 dicembre alle ore 17, alla presenza del Vescovo Mario Vaccari, dell’artista, del curatore, dell’assessore alla cultura Nadia Marnica e del Direttore del Museo Don Emanuele Borserini.
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