Nicky Hoberman. Unfinished Business
Dal 29 Giugno 2024 al 28 Luglio 2024
Pietrasanta | Lucca
Luogo: Galleria Giovanni Bonelli
Indirizzo: Piazza Duomo 1
Orari: dal mercoledì alla domenica 18-24
Curatori: Gianni Romano
E-Mail info: pietrasanta@galleriagiovannibonelli.it
La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare Unfinished Business, la prima mostra personale nella nostra sede di Pietrasanta dell’artista Nicky Hoberman, curata da Gianni Romano.
L’artista inglese è celebre a livello internazionale per i ritratti di bambini e bambine dai volti sovradimensionati con uno sguardo molto preciso, penetrante ma mai seducente. L’ interesse principale della Hoberman è esplorare le emozioni e la comunicazione corporea utilizzando i bambini come metafore di universalità. Nei loro volti le emozioni forti che essi trasmettono sono compensate -o in alcuni casi amplificate- da un uso ludico dei colori cangianti per gli sfondi o per i dettagli. Queste immagini non sono frutto di fantasia ma frammenti di realtà ottenuti dell’elaborazione di foto polaroid fatte ai figli di amici e familiari, poi tradotte in pittura tramite la personale poetica dell’artista, caratterizzata anche da una sfocatura artistica che la rende immediatamente riconoscibile.
Nei lavori più recenti i colori accesi dello sfondo sono stati sostituiti da un bianco abbagliante che rende la linea del colore protagonista, in un ibrido tra pittura e disegno dove lo spazio vuoto tra le pennellate è altrettanto importante di quello dipinto. Esempio di questa produzione è l’opera ButterflyEye Ball, composta da ventisei tele bianche di piccolo formato che, ad un primo sguardo, ricordano il volo di tante farfalle colorate. Avvicinandosi questo volo si trasforma fino a farci realizzare che stiamo guardando dei volti ottenuti con pochi tratti colorati e veloci che disegnano -letteralmente- occhi, nasi e bocche. In questo lavoro risulta più evidente, seguendo le parole del curatore, come la Hoberman percepisca la pittura come “uno spazio di possibilità (…) un luogo di crescita, in cui artista e pubblico misurano le differenze tra realtà e apparenza.” Nei lavori recenti l’economia del tratto, che si è andato sempre più rarefacendo, trasmette la volontà dell’artista di liberare la pittura -senza per questo diminuire l’intensità delle emozioni trasmesse- per farla “respirare” e consentirle di librarsi in volo turbinando intorno a noi con quel senso di incompiutezza vibrante richiamato dal titolo della mostra. Anche la giocosità è un elemento importante nel lavoro della Hoberman, che compensa l'intensità emotiva più cupa delle sue figure. I suoi colori vivaci, che ricordano le caramelle o i giocattoli, sono ludici, con animali come gattini, cuccioli, galline e anatre, così come i titoli che alludono a metafore fantasiose.
La mostra è accompagnata da uno scritto di Gianni Romano e prosegue poi nella sede di via Nazario Sauro 56 con una selezione di opere di grandi dimensioni della fine degli anni Novanta.
Nicky Hoberman (Città del Capo, 1967. Vive e lavora a Londra)
Trasferita a Londra dove ha conseguito un master in Storia moderna presso il Worcester College dell'Università di Oxford, una laurea in Belle Arti presso la Parsons School of Design di Parigi e un master in pittura presso il Chelsea College of Art di Londra. Le sue opere sono state esposte alla Victoria Miro Gallery di Londra (2022); al Tokushima Modern Art Museum di Osaka (2022); al Museo de Belem di Lisbona (2015); alla Fondazione Maramotti di Reggio Emilia (2012 e 2007); alla Gould Galleries di Melbourne (2010); Museo Michetti, Francavilla al Mare (2000); Magasin 3 Konsthall, Stoccolma (1998); Whitechapel Gallery, Londra (1998); Museum of Contemporary Art, Chicago (1997); Museum of Contemporary Art, Sydney (1997); Tate Liverpool (1986). In Italia ha tenuto la sua prima mostra personale allo Studio D'Arte Cannaviello di Milano (1997). Le sue opere sono presenti in alcune delle più importanti collezioni istituzionali, tra cui: Collezione Maramotti, Reggio Emilia (I); Museu Colecção Berardo, Lisbona; The New Art Gallery, Walsall (UK); The National Gallery of Victoria, Melbourne; Sammlung Olbricht, Essen (Germania); Scheringa Museum, Olanda; The Nigel Moores Charitable Foundation, Liverpool; The Hunterdon Art Museum, New Jersey.
Inaugurazione: sabato 29 giugno ore 19
L’artista inglese è celebre a livello internazionale per i ritratti di bambini e bambine dai volti sovradimensionati con uno sguardo molto preciso, penetrante ma mai seducente. L’ interesse principale della Hoberman è esplorare le emozioni e la comunicazione corporea utilizzando i bambini come metafore di universalità. Nei loro volti le emozioni forti che essi trasmettono sono compensate -o in alcuni casi amplificate- da un uso ludico dei colori cangianti per gli sfondi o per i dettagli. Queste immagini non sono frutto di fantasia ma frammenti di realtà ottenuti dell’elaborazione di foto polaroid fatte ai figli di amici e familiari, poi tradotte in pittura tramite la personale poetica dell’artista, caratterizzata anche da una sfocatura artistica che la rende immediatamente riconoscibile.
Nei lavori più recenti i colori accesi dello sfondo sono stati sostituiti da un bianco abbagliante che rende la linea del colore protagonista, in un ibrido tra pittura e disegno dove lo spazio vuoto tra le pennellate è altrettanto importante di quello dipinto. Esempio di questa produzione è l’opera ButterflyEye Ball, composta da ventisei tele bianche di piccolo formato che, ad un primo sguardo, ricordano il volo di tante farfalle colorate. Avvicinandosi questo volo si trasforma fino a farci realizzare che stiamo guardando dei volti ottenuti con pochi tratti colorati e veloci che disegnano -letteralmente- occhi, nasi e bocche. In questo lavoro risulta più evidente, seguendo le parole del curatore, come la Hoberman percepisca la pittura come “uno spazio di possibilità (…) un luogo di crescita, in cui artista e pubblico misurano le differenze tra realtà e apparenza.” Nei lavori recenti l’economia del tratto, che si è andato sempre più rarefacendo, trasmette la volontà dell’artista di liberare la pittura -senza per questo diminuire l’intensità delle emozioni trasmesse- per farla “respirare” e consentirle di librarsi in volo turbinando intorno a noi con quel senso di incompiutezza vibrante richiamato dal titolo della mostra. Anche la giocosità è un elemento importante nel lavoro della Hoberman, che compensa l'intensità emotiva più cupa delle sue figure. I suoi colori vivaci, che ricordano le caramelle o i giocattoli, sono ludici, con animali come gattini, cuccioli, galline e anatre, così come i titoli che alludono a metafore fantasiose.
La mostra è accompagnata da uno scritto di Gianni Romano e prosegue poi nella sede di via Nazario Sauro 56 con una selezione di opere di grandi dimensioni della fine degli anni Novanta.
Nicky Hoberman (Città del Capo, 1967. Vive e lavora a Londra)
Trasferita a Londra dove ha conseguito un master in Storia moderna presso il Worcester College dell'Università di Oxford, una laurea in Belle Arti presso la Parsons School of Design di Parigi e un master in pittura presso il Chelsea College of Art di Londra. Le sue opere sono state esposte alla Victoria Miro Gallery di Londra (2022); al Tokushima Modern Art Museum di Osaka (2022); al Museo de Belem di Lisbona (2015); alla Fondazione Maramotti di Reggio Emilia (2012 e 2007); alla Gould Galleries di Melbourne (2010); Museo Michetti, Francavilla al Mare (2000); Magasin 3 Konsthall, Stoccolma (1998); Whitechapel Gallery, Londra (1998); Museum of Contemporary Art, Chicago (1997); Museum of Contemporary Art, Sydney (1997); Tate Liverpool (1986). In Italia ha tenuto la sua prima mostra personale allo Studio D'Arte Cannaviello di Milano (1997). Le sue opere sono presenti in alcune delle più importanti collezioni istituzionali, tra cui: Collezione Maramotti, Reggio Emilia (I); Museu Colecção Berardo, Lisbona; The New Art Gallery, Walsall (UK); The National Gallery of Victoria, Melbourne; Sammlung Olbricht, Essen (Germania); Scheringa Museum, Olanda; The Nigel Moores Charitable Foundation, Liverpool; The Hunterdon Art Museum, New Jersey.
Inaugurazione: sabato 29 giugno ore 19
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