Luciano Bartolini. Pensare all’Oriente, Identificazione di un feticcio
Dal 24 Ottobre 2015 al 04 Dicembre 2015
Firenze
Luogo: Villa Romana
Indirizzo: via Senese 68
Orari: da martedì a venerdì 14-18 e su appuntamento
Curatori: Paolo Emilio Antognoli
Telefono per informazioni: +39 055 221654
E-Mail info: office@villaromana.org
Sito ufficiale: http://www.villaromana.org
Luciano Bartolini (Fiesole 1948 - Milano 1994) esordisce con un lavoro inatteso e originale, tra 1973 e ’74, su una scena artistica allora molto vivace, in cui le tendenze minimali e concettualiste, l’arte povera, gli esiti del movimento Fluxus, e la nuova pittura analitica, non avevano maturato quell’imminente crisi che porterà, verso la fine del decennio, al formarsi dei nuovi paradigmi artistici che saranno propri degli anni ottanta. Una crisi che si manifesta attorno al 1977 e che coincide con la fase declinante dell’onda politica del Sessantotto e la transizione alla nuova economia postfordista.
Il lavoro di Bartolini – figura chiave di questo passaggio epocale – privilegia materiali cartacei dalla consistenza fragile e sottile – carte da pacchi, kleenex, carte per alimenti, carta paglia – supporti tangibili, afferrabili, tattili – legati inoltre alla sua familiarità con la letteratura e al libro come oggetto. Una sensorialità raffinata e severa che trasgredisce l’immaterialità concettualista e l’autoreferenzialismo minimale – quasi forzato dall’interno.
I moduli quadrati dei kleenex, incollati su carte povere da imballo, semitrasparenti, formano composizioni isometriche regolari, seriali, ritmiche, progressive, in cui i colori, in eleganti variazioni, sono gli stessi dei diversi materiali impiegati – con un uso dell’oro, talvolta, che nasce dai suoi viaggi in Oriente – Nepal e India del Nord.
L’esperienza dei Kleenex si conclude tra il 1979 e ‘80 con lo sviluppo di una fase nuova del suo lavoro, introdotta dai richiami mitologici e archetipici al mito di Asterione, Arianna (tessitrice di ombre) e il Labirinto.
La carta accomuna le opere di Bartolini ai suoi libri d’artista e alle edizioni che accompagnano ogni sua mostra personale, parti integranti del processo espositivo. L’appendice epitestuale del libro, instaura infatti una relazione organica con l’intero, ossia la mostra, intesa metaforicamente come una sorta di macrotesto.
La mostra di Villa Romana si divide in due parti. Nel Salone, sarà presentato un grande Kleenex della metà del decennio e l’opera dal titolo Ouroboros, del 1977, la quale richiama allusivamente le sue esperienze orientali. Al centro del percorso, la Moschea della Perla, del 1977 – esposta un anno più tardi alla galleria Paul Maenz di Colonia.
Nella seconda parte, invece, nella sala Giardino, sarà esposta la collezione completa dei suoi libri di artista e opere che erano parte di Annotazione e definizione di un feticcio, il lavoro esposto dalla Galleria Schema a Firenze nel 1978.
In occasione della mostra verranno presentate due pubblicazioni, edite da Archive Books di Berlino. La prima a cura di Paolo Emilio Antognoli: Firenze 1977, Luciano Bartolini, Michael Buthe, Klaus Vom Bruch, Martin Kippenberger, Marcel Odenbach, Anna Oppermann, Ulrike Rosenbach &tc. Materiali su Artisti Italiani e Tedeschi a Firenze e Villa Romana attorno al 1977 (1976-78). La seconda a cura dell’Archivio Luciano Bartolini: Luciano Bartolini. Pensando all’Oriente 1973 - 1979. Materiali d’Archivio.
Villa Romana ringrazia l'Archivio Luciano Bartolini, Milano.
Il lavoro di Bartolini – figura chiave di questo passaggio epocale – privilegia materiali cartacei dalla consistenza fragile e sottile – carte da pacchi, kleenex, carte per alimenti, carta paglia – supporti tangibili, afferrabili, tattili – legati inoltre alla sua familiarità con la letteratura e al libro come oggetto. Una sensorialità raffinata e severa che trasgredisce l’immaterialità concettualista e l’autoreferenzialismo minimale – quasi forzato dall’interno.
I moduli quadrati dei kleenex, incollati su carte povere da imballo, semitrasparenti, formano composizioni isometriche regolari, seriali, ritmiche, progressive, in cui i colori, in eleganti variazioni, sono gli stessi dei diversi materiali impiegati – con un uso dell’oro, talvolta, che nasce dai suoi viaggi in Oriente – Nepal e India del Nord.
L’esperienza dei Kleenex si conclude tra il 1979 e ‘80 con lo sviluppo di una fase nuova del suo lavoro, introdotta dai richiami mitologici e archetipici al mito di Asterione, Arianna (tessitrice di ombre) e il Labirinto.
La carta accomuna le opere di Bartolini ai suoi libri d’artista e alle edizioni che accompagnano ogni sua mostra personale, parti integranti del processo espositivo. L’appendice epitestuale del libro, instaura infatti una relazione organica con l’intero, ossia la mostra, intesa metaforicamente come una sorta di macrotesto.
La mostra di Villa Romana si divide in due parti. Nel Salone, sarà presentato un grande Kleenex della metà del decennio e l’opera dal titolo Ouroboros, del 1977, la quale richiama allusivamente le sue esperienze orientali. Al centro del percorso, la Moschea della Perla, del 1977 – esposta un anno più tardi alla galleria Paul Maenz di Colonia.
Nella seconda parte, invece, nella sala Giardino, sarà esposta la collezione completa dei suoi libri di artista e opere che erano parte di Annotazione e definizione di un feticcio, il lavoro esposto dalla Galleria Schema a Firenze nel 1978.
In occasione della mostra verranno presentate due pubblicazioni, edite da Archive Books di Berlino. La prima a cura di Paolo Emilio Antognoli: Firenze 1977, Luciano Bartolini, Michael Buthe, Klaus Vom Bruch, Martin Kippenberger, Marcel Odenbach, Anna Oppermann, Ulrike Rosenbach &tc. Materiali su Artisti Italiani e Tedeschi a Firenze e Villa Romana attorno al 1977 (1976-78). La seconda a cura dell’Archivio Luciano Bartolini: Luciano Bartolini. Pensando all’Oriente 1973 - 1979. Materiali d’Archivio.
Villa Romana ringrazia l'Archivio Luciano Bartolini, Milano.
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