Oasis. Manchester: the story so far
![Oasis. Manchester: the story so far, Ono Arte Contemporanea, Bologna Oasis. Manchester: the story so far, Ono Arte Contemporanea, Bologna](http://www.arte.it/foto/600x450/55/27428-oasis2.jpg)
Oasis. Manchester: the story so far, Ono Arte Contemporanea, Bologna
Dal 11 Dicembre 2014 al 18 Gennaio 2015
Bologna
Luogo: Ono Arte Contemporanea
Indirizzo: via S. Margherita 10
Orari: martedì e mercoledì 10-13 / 15-19.30; giovedì e venerdì 10-13 / 15-21.30; sabato 10-21.30; domenica 16-21
Enti promotori:
- Comune di Bologna
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 262465
E-Mail info: vittoria@onoarte.com
Sito ufficiale: http://www.onoarte.com
ONO arte contemporanea presenta Oasis – Manchester: the story so far, una mostra che nel celebrare la band inglese culto degli anni ’90 che rese il brit pop un genere internazionale, ripercorre la storia musicale di una città come Manchester spesso erroneamente considerata alla periferia culturale d’Inghilterra.
Sono passati vent’anni tondi dall’uscita di “Definitely Maybe”, l’album di debutto degli Oasis che infranse ogni record e si posizionò fisso al numero uno della classifica inglese. Assieme a “Parklife” della band londinese Blur, l’album ebbe il merito di essere la miccia che fece esplodere il nascente Britpop, un genere caratterizzato da ritmi di chitarra pop degli anni ’60 e liriche tipicamente indi degli anni 70-80, che si pose da subito in contrapposizione sia dal punto di vista musicale che da quello contenutistico con un altro genere dilagante all’epoca, ossia il grunge statunitense.
Ma gli Oasis si pongono anche tra le fila di un’altra altrettanto importante tradizione musicale. L’anno precedente all’uscita di “Definitely Maybe”, la band firmò infatti per la Creation Record, l’etichetta indipendente di Alan McGee che già aveva promosso band come Primal Scream. Jesus and Mary Chain e My Bloody Valentine, ma che da un paio di anni aspettava una nuova band che la riportasse ai vecchi splendori.
La Creation Record era infatti uno dei tanti epigoni delle glorie mancuniane degli anni ‘70-’80: in una città fuori dai canonici circuiti culturali ed economici d’Inghilterra, in una ventina d’anni, si era fatta infatti la storia della musica. Lì erano nate band come Joy Division e poi P.I.L, The Smiths, Happy Mondays e Stone Roses. Lì, dimenticato il Punk, era nata la cultura del clubbing, La Factory e poi l’Hacienda, che stanche della psicadelia aumentata a forza di acidi aspettavano la prossima grande onda musicale, che arrivò nel 1994 proprio grazie agli Oasis.
La mostra (11 dicembre - 18 gennaio) ripercorre questa storia a ritroso, dal 1996, anno in cui gli Oasis lasciano Manchester per Londra, al 1976, anno della formazione dei Joy Division.
In mostra le foto di Jill Furmanovsky, Martin O'Neill, Pierre René-Worms e Stephen Wright.
Sono passati vent’anni tondi dall’uscita di “Definitely Maybe”, l’album di debutto degli Oasis che infranse ogni record e si posizionò fisso al numero uno della classifica inglese. Assieme a “Parklife” della band londinese Blur, l’album ebbe il merito di essere la miccia che fece esplodere il nascente Britpop, un genere caratterizzato da ritmi di chitarra pop degli anni ’60 e liriche tipicamente indi degli anni 70-80, che si pose da subito in contrapposizione sia dal punto di vista musicale che da quello contenutistico con un altro genere dilagante all’epoca, ossia il grunge statunitense.
Ma gli Oasis si pongono anche tra le fila di un’altra altrettanto importante tradizione musicale. L’anno precedente all’uscita di “Definitely Maybe”, la band firmò infatti per la Creation Record, l’etichetta indipendente di Alan McGee che già aveva promosso band come Primal Scream. Jesus and Mary Chain e My Bloody Valentine, ma che da un paio di anni aspettava una nuova band che la riportasse ai vecchi splendori.
La Creation Record era infatti uno dei tanti epigoni delle glorie mancuniane degli anni ‘70-’80: in una città fuori dai canonici circuiti culturali ed economici d’Inghilterra, in una ventina d’anni, si era fatta infatti la storia della musica. Lì erano nate band come Joy Division e poi P.I.L, The Smiths, Happy Mondays e Stone Roses. Lì, dimenticato il Punk, era nata la cultura del clubbing, La Factory e poi l’Hacienda, che stanche della psicadelia aumentata a forza di acidi aspettavano la prossima grande onda musicale, che arrivò nel 1994 proprio grazie agli Oasis.
La mostra (11 dicembre - 18 gennaio) ripercorre questa storia a ritroso, dal 1996, anno in cui gli Oasis lasciano Manchester per Londra, al 1976, anno della formazione dei Joy Division.
In mostra le foto di Jill Furmanovsky, Martin O'Neill, Pierre René-Worms e Stephen Wright.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
![](/public/img/mostre_su.png)
-
Dal 27 giugno 2024 al 06 giugno 2025 Torino | Gallerie d’Italia – Torino
Antonio Biasiucci. Arca
-
Dal 28 giugno 2024 al 13 ottobre 2024 Venezia | Palazzo Cini
Eleonora Duse mito contemporaneo
-
Dal 26 giugno 2024 al 22 settembre 2024 Siena | Santa Maria della Scala
Nino Migliori. LUMEN. Fonte Gaia
-
Dal 25 giugno 2024 al 01 settembre 2024 Roma | Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
Luigi Bartolini incisore
-
Dal 25 giugno 2024 al 08 settembre 2024 Genova | Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Presenze dell’arte svizzera nella collezione del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
-
Dal 22 giugno 2024 al 20 ottobre 2024 Firenze | Museo Novecento e Museo degli Innocenti
Louise Bourgeois In Florence