Doppio annivesario per Tinguely
30 anni senza Jean Tinguely, lo scultore che trasformò il movimento in arte
Il Museo Tinguely a Basilea | Courtesy basel.com
Samantha De Martin
26/05/2021
“Vorrei creare qualcosa di buffo, in cui i bambini possano arrampicarsi e saltare, qualcosa di appariscente, allegro, folle”.
Ci riuscì davvero Jean Tinguely, stregando persino gli adulti con gli effetti sonori dei suoi incantesimi meccanici che elevano il movimento a mezzo di espressione artistica.
Camminando per le luminose sale del Museo Tinguely di Basilea, che quest’anno celebra i 25 anni, l’anima dell’artista svizzero, scomparso a Berna 30 anni fa, sbuca dalle mitiche Baluba (sculture di rottami motorizzate con componenti colorati assemblati "caoticamente") e dalle colorate Méta-Harmonie per trascinare gli ospiti nell’universo gioioso, e inquietante al tempo stesso, delle creazioni azionate da una fantasia galoppante.
Il Museo Tinguely compie 25 anni
Dal 1996 il museo avvolto dal Parco della Solitudine sorprende i visitatori con la più grande collezione mai dedicata all’artista di Friburgo che ha sedotto il mondo con le sue fontane, i dispositivi meccanici, le poetiche sculture in movimento. Così la brillantezza della struttura progettata da Mario Botta, opera d’arte in sé proiettata sul Reno (e che vale, da sola, il viaggio a Basilea), incontra le fragorose e visionarie creazioni di un artista innamorato del movimento sin dall’infanzia, quando si divertiva a costruire piccole macchine di legno azionate dall’acqua dei ruscelli, immaginando lo stupore dei frequentatori dei boschi intorno a Basilea.
La facciata sud del Museo Tinguely | Courtesy basel.com | Foto: © Stefan Holenstein
40 anni di attività artistica nella collezione del museo
Quarant’anni di attività artistica firmata Tinguely attraversano l’esposizione permanente del museo, mentre le mostre temporanee, ispirandosi alle idee dello scultore, ne esplorano i modelli dichiarati - come Marcel Duchamp e Kurt Schwitters - e i “compagni di viaggio”, dall’amata Niki de Saint Phalle a Yves Klein. D’altra parte la velocità del successo di questo eclettico networker dall’anima social si deve anche alla capacità di stabilire contatti con colleghi e galleristi del suo tempo.
Attraversare le collezione del Museo Tinguely - risultato di una generosa donazione da parte della vedova dell'artista, Niki de Saint Phalle, di una donazione della collezione Roche e di varie acquisizioni - significa sfogliare tutte le fasi della carriera dello scultore. Oltre alle opere, ad affascinare il pubblico sono i documenti, i manifesti di mostre, i cataloghi, le fotografie, ma soprattutto le lettere inviate agli amici in tutto il mondo, abbellite da disegni e collage che le rendono opere d’arte a pieno titolo.
“Disegno una quantità enorme di cose, proprio come scarabocchiamo mentre siamo al telefono. Allo stesso tempo trasformo sistematicamente questo tipo di disegno in messaggi ai miei amici, in lettere e simili” scriveva Tinguely.
Il percorso espositivo offre anche informazioni sui materiali e sul funzionamento delle opere, fornendo spunti interessanti sulla loro costruzione e sulla conservazione dei materiali impiegati. Cosa succede realmente ai materiali effimeri utilizzati da Tinguely per realizzare i suoi collage, come adesivi o smalti per unghie?
Ed eccole le creazioni dell’artista. La serie Balubas incontra la Grosse Méta-Maxi-Maxi-Utopia (1987), la più grande e unica scultura meccanica calpestabile di Jean Tinguely, frutto dell’assemblaggio di ruote, tubi, ingranaggi. Un mondo fantastico progettato per deliziare soprattutto i più piccoli.
Jean Tinguely, Méta-mecanique | Courtesy Museum Tinguely, Basilea
“Io espongo dei dipinti, la macchina è il mio cavalletto”. Così Tingely descriveva i rilievi policromi dei primi anni della sua carriera ispirati alla pittura astratta di Kandinskij, Malevič o Herbin, opere che riuniscono colori, geometrie e - novità assoluta - il movimento, grazie a un piccolo motore elettrico. Ed ecco in collezione Wundermaschine - Méta-Kandinsky I o ancora lo spaccabottiglie Rotozaza n. 2 (1967), con cui l’artista ridicolizza il lato pratico e razionale della macchina produttiva.
Da decoratore a genio della meccanica danzante
A una decina di minuti dal Museo Tinguely il quartiere di Gundelding, proprio dietro la stazione centrale, accolse l’infanzia dell’artista a Basilea. Dall’apprendistato come decoratore presso i grandi magazzini, Globus, agli studi presso l’École des Beaux-Arts di Basilea corrono pochi anni. È qui che il nuovo shock dell'arte contemporanea, l'esistenza di Schwitters, la presenza di Marcel Duchamp, l'ideologia del dadaismo, il messaggio dei costruttivisti russi azionano le corde delle sue creazioni.
La relazione con Eva Aeppli e le prime sculture in filo metallico risalgono a quegli anni. Il primo periodo parigino, segnato dalla povertà - con Tinguely costretto a disegnare vetrine e Aeppli a vendere bambole di pezza - trascorre invece nello studio in Impasse Ronsin.
È nella Ville Lumière che prendono forma i suoi automi, rilievi e sculture mobili in filo metallico, le opere cinetiche nate dal caso, con i loro meccanismi a scatti e il funzionamento tutt’altro che perfetto.
Quei primi rilievi automatizzati esposti a Parigi nel 1954, chiamati poi "Meta-meccanica", ritornano nelle sale del museo che Basilea ha dedicato 25 anni fa al suo artista più eclettico.
Appassionati d'arte al Museo Tinguely | Courtesy basel.com
La prima grande panoramica dell'arte cinetica presso la Galerie Denise René, chiamata "Le Mouvement", nell'aprile 1955, la Méta-Matic n. 17, una macchina da disegno mobile alimentata da un motore a benzina, in grado di emanare profumo di mughetto e presentata alla Biennale di Parigi del 1959 sono punti saldi nei 40 anni di attività dell’eclettico scultore. Come anche il monumentale Homage to New York, una scultura destinata ad autodistruggersi e che Tinguely piazzò, nel marzo del 1960, nel giardino delle sculture del MoMA, dopo averla assemblata con oggetti assortiti recuperati dai depositi di rottami e tra i rigattieri del New Jersey.
Sono gli anni in cui il critico Pierre Restany conia l'espressione "Nouveau Réalisme" per indicare l'utilizzo, nella creazione dell'opera d'arte, di oggetti di uso quotidiano ai quali si attribuisce una nuova funzione estetica e che trova un precursore in Marcel Duchamp.
Del 1960 è anche l’adesione al "Manifesto del nuovo realismo" con il quale Tinguely condivide l'intenzione di trovare "nuovi approcci percettivi al reale", rifiutando la funzione celebrativa della scultura.
Nelle sale del Tinguely le sculture della serie "Chars", con i loro tratti antropomorfi e i movimenti marziali simili ad antichi carri da guerra, compiono piccoli movimenti. Ora si chiamano "Hannibal" ora "Sisyphus", alludendo a quelli che sono in definitiva oscillazioni del tutto inutili. Immancabili le Meta-Armonie, enormi meccanismi motorizzati dotati di ogni tipo di strumento musicale, soprattutto a percussione, e che, una volta in azione, diventano un'esperienza visiva, quasi teatrale.
Jean Tinguely, Untitled (Bin g Bing), Char, 1966 circa, Elementi in ferro, campanello per l’attraversamento delle rotaie del treno, ruota, motore elettrico, 54 x 112 x 43 cm | Courtesy Museum Tinguely, Basel, Donation Niki de Saint Phalle | Foto © Museum Tinguely, Basel | Foto: Christian Baur
Con originalità assoluta lo scultore svizzero fu uno dei primi artisti a inserire nei propri lavori nuove sostanze “non materiali” o indefinite (suono, luce, odore, fumo, fuoco ed esplosioni), con l’obiettivo di rappresentare anche l’immateriale dell’arte. L’ultimo Tinguely riemerge dalla Mengele-Dance of Death, opera che prese vita dalle reliquie recuperate dalle braci ancora ardenti di un incendio sprigionatosi in una fattoria della sua città natale. D’altra parte negli anni Ottanta teschi animali entrano nell’arte di Tinguely, come a voler simboleggiare quella crescente preoccupazione dell’artista nei confronti della morte che avrà il suo exsploit in Safari de la Mort Moscovite. Questa scultura mobile, costruita nel 1990 su un telaio Renault 5 e caricata con numerosi teschi e una falce, fu una delle sue ultime creazioni.
“25 Years of Moving Art”
In occasione dei 25 anni di attività, che ricorrono quest’anno, questo straordinario scrigno che è il Museo Tinguely sarà al centro di interessanti iniziative.
Non avete ancora deciso quando soggiornare a Basilea? La data giusta per gli appassionati d’arte potrebbe essere il fine settimana del 24-26 settembre, che segnerà il culmine del giubileo d'argento al Tinguely, tra concerti di musica classica, DJ set, domeniche in famiglia e tour senza barriere dedicati a un pubblico diversificato.
L’agenda degli appuntamenti è stata concepita infatti come una sorta di "Best of" delle diverse attività del museo negli ultimi venticinque anni.
Installation view "Impasse Ronsin", Jean Tinguely, Le soulier de Madame Lacasse, 1960; Niki de Saint Phalle, Tir, 1961 (background) Centre Pompidou, Paris Musée national d’art moderne / Centre de création Industrielle © Niki Charitable Art Foundation / 2020/2021 ProLitteris, Zurich © 2020/2021, Museum Tinguely | Foto: © Daniel Spehr
Non mancano le mostre. Il museo che, dalla sua apertura, nel 1996, ha ospitato oltre 110 percorsi espositivi, accoglie adesso l’atteso appuntamento con Impasse Ronsin. Omicidio, amore ed arte nel cuore di Parigi. Fino al 29 agosto il pubblico sarà invitato ad esplorare questo luogo nel cuore del quartiere Montparnasse, unico per via degli artisti che lo frequentarono, tra i quali lo stesso Tinguely. Un viaggio in compagnia di 50 maestri, con oltre 200 opere, tutte concepite in questo luogo magico.
Chi soggiorna a Basilea può ottenere il meglio dalla ricca offerta culturale grazie alla BaselCard, la guest card personale e gratuita che viene consegnata agli ospiti al momento del check-in e che permette di scoprire la città in tutto il suo splendore. Gli interessanti vantaggi offerti dalla BaselCard comprendono l'utilizzo gratuito dei trasporti pubblici e della WiFi per ospiti e il 50% di sconto sul biglietto di ingresso ai musei di Basilea, allo Zoo o al Theater Basel.
Tra le sale del Museo Tinguely | Courtesy basel.com
Ci riuscì davvero Jean Tinguely, stregando persino gli adulti con gli effetti sonori dei suoi incantesimi meccanici che elevano il movimento a mezzo di espressione artistica.
Camminando per le luminose sale del Museo Tinguely di Basilea, che quest’anno celebra i 25 anni, l’anima dell’artista svizzero, scomparso a Berna 30 anni fa, sbuca dalle mitiche Baluba (sculture di rottami motorizzate con componenti colorati assemblati "caoticamente") e dalle colorate Méta-Harmonie per trascinare gli ospiti nell’universo gioioso, e inquietante al tempo stesso, delle creazioni azionate da una fantasia galoppante.
Il Museo Tinguely compie 25 anni
Dal 1996 il museo avvolto dal Parco della Solitudine sorprende i visitatori con la più grande collezione mai dedicata all’artista di Friburgo che ha sedotto il mondo con le sue fontane, i dispositivi meccanici, le poetiche sculture in movimento. Così la brillantezza della struttura progettata da Mario Botta, opera d’arte in sé proiettata sul Reno (e che vale, da sola, il viaggio a Basilea), incontra le fragorose e visionarie creazioni di un artista innamorato del movimento sin dall’infanzia, quando si divertiva a costruire piccole macchine di legno azionate dall’acqua dei ruscelli, immaginando lo stupore dei frequentatori dei boschi intorno a Basilea.
La facciata sud del Museo Tinguely | Courtesy basel.com | Foto: © Stefan Holenstein
40 anni di attività artistica nella collezione del museo
Quarant’anni di attività artistica firmata Tinguely attraversano l’esposizione permanente del museo, mentre le mostre temporanee, ispirandosi alle idee dello scultore, ne esplorano i modelli dichiarati - come Marcel Duchamp e Kurt Schwitters - e i “compagni di viaggio”, dall’amata Niki de Saint Phalle a Yves Klein. D’altra parte la velocità del successo di questo eclettico networker dall’anima social si deve anche alla capacità di stabilire contatti con colleghi e galleristi del suo tempo.
Attraversare le collezione del Museo Tinguely - risultato di una generosa donazione da parte della vedova dell'artista, Niki de Saint Phalle, di una donazione della collezione Roche e di varie acquisizioni - significa sfogliare tutte le fasi della carriera dello scultore. Oltre alle opere, ad affascinare il pubblico sono i documenti, i manifesti di mostre, i cataloghi, le fotografie, ma soprattutto le lettere inviate agli amici in tutto il mondo, abbellite da disegni e collage che le rendono opere d’arte a pieno titolo.
“Disegno una quantità enorme di cose, proprio come scarabocchiamo mentre siamo al telefono. Allo stesso tempo trasformo sistematicamente questo tipo di disegno in messaggi ai miei amici, in lettere e simili” scriveva Tinguely.
Il percorso espositivo offre anche informazioni sui materiali e sul funzionamento delle opere, fornendo spunti interessanti sulla loro costruzione e sulla conservazione dei materiali impiegati. Cosa succede realmente ai materiali effimeri utilizzati da Tinguely per realizzare i suoi collage, come adesivi o smalti per unghie?
Ed eccole le creazioni dell’artista. La serie Balubas incontra la Grosse Méta-Maxi-Maxi-Utopia (1987), la più grande e unica scultura meccanica calpestabile di Jean Tinguely, frutto dell’assemblaggio di ruote, tubi, ingranaggi. Un mondo fantastico progettato per deliziare soprattutto i più piccoli.
Jean Tinguely, Méta-mecanique | Courtesy Museum Tinguely, Basilea
“Io espongo dei dipinti, la macchina è il mio cavalletto”. Così Tingely descriveva i rilievi policromi dei primi anni della sua carriera ispirati alla pittura astratta di Kandinskij, Malevič o Herbin, opere che riuniscono colori, geometrie e - novità assoluta - il movimento, grazie a un piccolo motore elettrico. Ed ecco in collezione Wundermaschine - Méta-Kandinsky I o ancora lo spaccabottiglie Rotozaza n. 2 (1967), con cui l’artista ridicolizza il lato pratico e razionale della macchina produttiva.
Da decoratore a genio della meccanica danzante
A una decina di minuti dal Museo Tinguely il quartiere di Gundelding, proprio dietro la stazione centrale, accolse l’infanzia dell’artista a Basilea. Dall’apprendistato come decoratore presso i grandi magazzini, Globus, agli studi presso l’École des Beaux-Arts di Basilea corrono pochi anni. È qui che il nuovo shock dell'arte contemporanea, l'esistenza di Schwitters, la presenza di Marcel Duchamp, l'ideologia del dadaismo, il messaggio dei costruttivisti russi azionano le corde delle sue creazioni.
La relazione con Eva Aeppli e le prime sculture in filo metallico risalgono a quegli anni. Il primo periodo parigino, segnato dalla povertà - con Tinguely costretto a disegnare vetrine e Aeppli a vendere bambole di pezza - trascorre invece nello studio in Impasse Ronsin.
È nella Ville Lumière che prendono forma i suoi automi, rilievi e sculture mobili in filo metallico, le opere cinetiche nate dal caso, con i loro meccanismi a scatti e il funzionamento tutt’altro che perfetto.
Quei primi rilievi automatizzati esposti a Parigi nel 1954, chiamati poi "Meta-meccanica", ritornano nelle sale del museo che Basilea ha dedicato 25 anni fa al suo artista più eclettico.
Appassionati d'arte al Museo Tinguely | Courtesy basel.com
La prima grande panoramica dell'arte cinetica presso la Galerie Denise René, chiamata "Le Mouvement", nell'aprile 1955, la Méta-Matic n. 17, una macchina da disegno mobile alimentata da un motore a benzina, in grado di emanare profumo di mughetto e presentata alla Biennale di Parigi del 1959 sono punti saldi nei 40 anni di attività dell’eclettico scultore. Come anche il monumentale Homage to New York, una scultura destinata ad autodistruggersi e che Tinguely piazzò, nel marzo del 1960, nel giardino delle sculture del MoMA, dopo averla assemblata con oggetti assortiti recuperati dai depositi di rottami e tra i rigattieri del New Jersey.
Sono gli anni in cui il critico Pierre Restany conia l'espressione "Nouveau Réalisme" per indicare l'utilizzo, nella creazione dell'opera d'arte, di oggetti di uso quotidiano ai quali si attribuisce una nuova funzione estetica e che trova un precursore in Marcel Duchamp.
Del 1960 è anche l’adesione al "Manifesto del nuovo realismo" con il quale Tinguely condivide l'intenzione di trovare "nuovi approcci percettivi al reale", rifiutando la funzione celebrativa della scultura.
Nelle sale del Tinguely le sculture della serie "Chars", con i loro tratti antropomorfi e i movimenti marziali simili ad antichi carri da guerra, compiono piccoli movimenti. Ora si chiamano "Hannibal" ora "Sisyphus", alludendo a quelli che sono in definitiva oscillazioni del tutto inutili. Immancabili le Meta-Armonie, enormi meccanismi motorizzati dotati di ogni tipo di strumento musicale, soprattutto a percussione, e che, una volta in azione, diventano un'esperienza visiva, quasi teatrale.
Jean Tinguely, Untitled (Bin g Bing), Char, 1966 circa, Elementi in ferro, campanello per l’attraversamento delle rotaie del treno, ruota, motore elettrico, 54 x 112 x 43 cm | Courtesy Museum Tinguely, Basel, Donation Niki de Saint Phalle | Foto © Museum Tinguely, Basel | Foto: Christian Baur
Con originalità assoluta lo scultore svizzero fu uno dei primi artisti a inserire nei propri lavori nuove sostanze “non materiali” o indefinite (suono, luce, odore, fumo, fuoco ed esplosioni), con l’obiettivo di rappresentare anche l’immateriale dell’arte. L’ultimo Tinguely riemerge dalla Mengele-Dance of Death, opera che prese vita dalle reliquie recuperate dalle braci ancora ardenti di un incendio sprigionatosi in una fattoria della sua città natale. D’altra parte negli anni Ottanta teschi animali entrano nell’arte di Tinguely, come a voler simboleggiare quella crescente preoccupazione dell’artista nei confronti della morte che avrà il suo exsploit in Safari de la Mort Moscovite. Questa scultura mobile, costruita nel 1990 su un telaio Renault 5 e caricata con numerosi teschi e una falce, fu una delle sue ultime creazioni.
“25 Years of Moving Art”
In occasione dei 25 anni di attività, che ricorrono quest’anno, questo straordinario scrigno che è il Museo Tinguely sarà al centro di interessanti iniziative.
Non avete ancora deciso quando soggiornare a Basilea? La data giusta per gli appassionati d’arte potrebbe essere il fine settimana del 24-26 settembre, che segnerà il culmine del giubileo d'argento al Tinguely, tra concerti di musica classica, DJ set, domeniche in famiglia e tour senza barriere dedicati a un pubblico diversificato.
L’agenda degli appuntamenti è stata concepita infatti come una sorta di "Best of" delle diverse attività del museo negli ultimi venticinque anni.
Installation view "Impasse Ronsin", Jean Tinguely, Le soulier de Madame Lacasse, 1960; Niki de Saint Phalle, Tir, 1961 (background) Centre Pompidou, Paris Musée national d’art moderne / Centre de création Industrielle © Niki Charitable Art Foundation / 2020/2021 ProLitteris, Zurich © 2020/2021, Museum Tinguely | Foto: © Daniel Spehr
Non mancano le mostre. Il museo che, dalla sua apertura, nel 1996, ha ospitato oltre 110 percorsi espositivi, accoglie adesso l’atteso appuntamento con Impasse Ronsin. Omicidio, amore ed arte nel cuore di Parigi. Fino al 29 agosto il pubblico sarà invitato ad esplorare questo luogo nel cuore del quartiere Montparnasse, unico per via degli artisti che lo frequentarono, tra i quali lo stesso Tinguely. Un viaggio in compagnia di 50 maestri, con oltre 200 opere, tutte concepite in questo luogo magico.
Chi soggiorna a Basilea può ottenere il meglio dalla ricca offerta culturale grazie alla BaselCard, la guest card personale e gratuita che viene consegnata agli ospiti al momento del check-in e che permette di scoprire la città in tutto il suo splendore. Gli interessanti vantaggi offerti dalla BaselCard comprendono l'utilizzo gratuito dei trasporti pubblici e della WiFi per ospiti e il 50% di sconto sul biglietto di ingresso ai musei di Basilea, allo Zoo o al Theater Basel.
Tra le sale del Museo Tinguely | Courtesy basel.com
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