Basilica di San Pietro in Vincoli
Roma, Piazza di San Pietro in Vincoli 4a
- Dove: Roma, Piazza di San Pietro in Vincoli 4a
- Indirizzo: Piazza di San Pietro in Vincoli 4a
- E-Mail: basilicasanpietroinvincoli@hotmail.com
- Telefono: +39 06 97844950/2
- Apertura: dal 1° aprile al 30 settembre: ore 8 -12.30 / 15 -19
dal 1° ottobre al 31 marzo: ore 8 -12.30 / 15 -18 - Trasporti: Metro: linea B (fermata cavour)
autobus: linee 75, 117 - Durata Visita: 1 ora circa
DESCRIZIONE:
Nota anche come basilica eudossiana, venne costruita nel 442 su una domus romana per volontà di Licinia Eudossia, moglie di Valentiniano III e figlia di Teodosio II. Il titolo della chiesa si deve alle reliquie delle catene (in latino vincula) con cui sarebbe stato imprigionato nel carcere Mamertino san Pietro. L’aspetto attuale della chiesa è quello dei restauri di Giulio II che a inizio ‘500 ristrutturò l’intero complesso. L’importanza della basilica è in gran parte dovuta al Mosè di Michelangelo conservato al suo interno.
Nota anche come basilica eudossiana, venne costruita nel 442 su una domus romana per volontà di Licinia Eudossia, moglie di Valentiniano III e figlia di Teodosio II. Il titolo della chiesa si deve alle reliquie delle catene (in latino vincula) con cui sarebbe stato imprigionato nel carcere Mamertino san Pietro. L’aspetto attuale della chiesa è quello dei restauri di Giulio II che a inizio ‘500 ristrutturò l’intero complesso. L’importanza della basilica è in gran parte dovuta al Mosè di Michelangelo conservato al suo interno.
DA SAPERE: All’interno si può ammirare uno dei più grandi capolavori dell’arte italiana, esempio di grande maestria e incomparabile bellezza: il Mosè di Michelangelo.
La colossale statua, scolpita nel 1513 per ornare il monumento funebre che Giulio II aveva commissionato al Buonarroti, ritrae un maestoso Mosè seduto, con le Tavole della Legge sotto il braccio, mentre con l’altra mano accarezza la sua lunga barba, che secondo il Vasari fu scolpita con una perfezione tale da sembrare più “opera di pennello che di scalpello”.
La colossale statua, scolpita nel 1513 per ornare il monumento funebre che Giulio II aveva commissionato al Buonarroti, ritrae un maestoso Mosè seduto, con le Tavole della Legge sotto il braccio, mentre con l’altra mano accarezza la sua lunga barba, che secondo il Vasari fu scolpita con una perfezione tale da sembrare più “opera di pennello che di scalpello”.
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