A Roma dal 21 settembre al 18 novembre
Sfere in acciaio, fisica e legno bruciato. Alla Gagosian le nuove creazioni di Davide Balula
![](http://www.arte.it/foto/600x450/e2/68899-BALULA_OK.jpg)
Davide Balula, Unrolled for Rome 16-17-18, 2017, legno carbonizzato, polvere di carbone su lino Dimensioni complessive variabili © Davide Balula. Foto di Matthew Booth. Courtesy Gagosian.
Samantha De Martin
22/09/2017
Roma - Una mela sotto una campana di vetro accanto a un piatto con un graspo d'uva accoglie il visitatore che si immerge nell'universo di Davide Balula, per la prima volta alla Gagosian Gallery.
Non si poteva chiedere di più che avere come guida, lungo il percorso espositivo allestito fino al 18 novembre, l'artista stesso che invita a vivere le proprie opere, a toccarle, guardarle, gustando un percorso esperienziale strettamente collegato all'architettura dello spazio.
Iron Levels ha inizio attraversando un metal detector «strumento di indagine e controllo che tramuta gli oggetti personali in materiale sospetto e potenzialmente minaccioso».
«Serve a rivelare - spiega l'artista, che lavora tra Parigi e New York - il metallo e il materiale non corporeo che portiamo ogni giorno addosso, dal cellulare alle monete, e che consideriamo come estensione di noi stessi».
Varcata questa soglia - che separa lo spazio idealizzato della galleria dal mondo esterno - si raggiunge la sala nella quale sono esposti un cellulare un blocco di marmo. Sul telefono, un video di circa un minuto e mezzo, Air Between Fingers, illustra il pollice e l'indice dell'artista che, sfiorandosi, lasciando un millimetro di spazio tra i polpastrelli.
Gli spettatori sono invitati a fare lo stesso, verificando con sorpresa questa affascinante rappresentazione di forza di gravità, attrito e magnetismo che agiscono sul corpo e al suo interno.
All'interno del contenitore, scolpito in pietra calcarea, che rievoca la morbidezza e le curve della pelle, sono invece contenute alcune sfere che Balula invita a tenere tra le mani per tutta la durata del percorso, riflettendo sul peso, la massa, la densità.
Il perché si capisce una volta entrati nell'ampia e luminosa sala ovale che ospita la nuova serie dei noti Burnt Paintings, realizzati appositamente per la curva della parete principale. Una vera sorpresa.
«Quello che si avverte - spiega l'artista, i cui lavori sono quotati tra i 21mila e gli oltre 100mila euro - è il contrasto tra la pesantezza delle sfere e la leggerezza delle opere che si slanciano verso l'alto soffitto della sala». Ed in effetti, rispetto alla stanza precedente, si è colti da un senso di armoniosa leggerezza.
Le opere della sala ovale presentano due elementi binari. Uno contiene il residuo di carbone rimanente dal legno bruciato, mentre l'altro reca sulla tela l'impronta lasciata dal carbone.
Un'esperienza, quella in corso alla Gagosian che è anche un inno alla ciclica, alchemica trasformazione di energia in natura, fenomeno fondamentale nel lavoro surreale, impegnato, spiritoso di Balula, che non distoglie mai il suo sguardo dall'interazione tra fisica, filosofia, fenomenologia.
Non si poteva chiedere di più che avere come guida, lungo il percorso espositivo allestito fino al 18 novembre, l'artista stesso che invita a vivere le proprie opere, a toccarle, guardarle, gustando un percorso esperienziale strettamente collegato all'architettura dello spazio.
Iron Levels ha inizio attraversando un metal detector «strumento di indagine e controllo che tramuta gli oggetti personali in materiale sospetto e potenzialmente minaccioso».
«Serve a rivelare - spiega l'artista, che lavora tra Parigi e New York - il metallo e il materiale non corporeo che portiamo ogni giorno addosso, dal cellulare alle monete, e che consideriamo come estensione di noi stessi».
Varcata questa soglia - che separa lo spazio idealizzato della galleria dal mondo esterno - si raggiunge la sala nella quale sono esposti un cellulare un blocco di marmo. Sul telefono, un video di circa un minuto e mezzo, Air Between Fingers, illustra il pollice e l'indice dell'artista che, sfiorandosi, lasciando un millimetro di spazio tra i polpastrelli.
Gli spettatori sono invitati a fare lo stesso, verificando con sorpresa questa affascinante rappresentazione di forza di gravità, attrito e magnetismo che agiscono sul corpo e al suo interno.
All'interno del contenitore, scolpito in pietra calcarea, che rievoca la morbidezza e le curve della pelle, sono invece contenute alcune sfere che Balula invita a tenere tra le mani per tutta la durata del percorso, riflettendo sul peso, la massa, la densità.
Il perché si capisce una volta entrati nell'ampia e luminosa sala ovale che ospita la nuova serie dei noti Burnt Paintings, realizzati appositamente per la curva della parete principale. Una vera sorpresa.
«Quello che si avverte - spiega l'artista, i cui lavori sono quotati tra i 21mila e gli oltre 100mila euro - è il contrasto tra la pesantezza delle sfere e la leggerezza delle opere che si slanciano verso l'alto soffitto della sala». Ed in effetti, rispetto alla stanza precedente, si è colti da un senso di armoniosa leggerezza.
Le opere della sala ovale presentano due elementi binari. Uno contiene il residuo di carbone rimanente dal legno bruciato, mentre l'altro reca sulla tela l'impronta lasciata dal carbone.
Un'esperienza, quella in corso alla Gagosian che è anche un inno alla ciclica, alchemica trasformazione di energia in natura, fenomeno fondamentale nel lavoro surreale, impegnato, spiritoso di Balula, che non distoglie mai il suo sguardo dall'interazione tra fisica, filosofia, fenomenologia.
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