A Roma, dal 20 gennaio, tornano visitabili due gioielli di età imperiale
A caccia di archeologia sulla via Flaminia. Riaprono al pubblico i mausolei di Saxa Rubra
Decorazioni nella Tomba di Fadilla, Mausolei di Saxa Rubra | Foto: © Romano D'Agostini | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Samantha De Martin
20/01/2022
Roma - Il segno del suo amore nei confronti della moglie Fadilla è inciso sulla piccola lapide in marmo e nell’epigrafe funeraria con tanto di dedica. Forse questo affettuoso marito non avrebbe mai immaginato che il segno del suo amore sarebbe sopravvissuto al tempo, dalla fine del II secolo d.C a oggi.
Piccola e ben conservata, la Tomba di Fadilla, un nome molto diffuso nella famiglia degli Antonini, prende il nome da questa piccola lastra di marmo. Questo prezioso monumento di grande interesse storico e archeologico, situato all’ottavo chilometro della via Flaminia, a Roma Nord, riapre eccezionalmente le sue porte al pubblico assieme alla vicina tomba dei Nasoni.
A partire da oggi, 20 gennaio, ogni terzo giovedì del mese, con ingresso gratuito, su prenotazione, sarà possibile riscoprire i due edifici funerari di via dei Casali Molinario 3, scavati nel tufo e impreziositi da un’elegante decorazione caratterizzata da mosaici, stucchi, pitture.
Conosciuti come “i mausolei di Saxa Rubra” questi gioielli hanno una lunga storia da raccontare.
I Mausolei di Saxa Rubra | Foto: © Romano D'Agostini | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
La Tomba di Fadilla, scoperta nel 1923, si accinge a svelare al pubblico le sue decorazioni interne praticamente intatte, dal mosaico pavimentale alle pitture parietali e alla volta. A lasciarsi ammirare è soprattutto il pavimento a mosaico in bianco e nero, con ottagoni collegati da piccoli quadrati a formare un ampio disegno geometrico. Su tre pareti si aprono altrettanti arcosoli, dove, all’interno di nicchie, avvenivano le deposizioni. La decorazione pittorica sulle quattro pareti, sulla volta e sugli arcosoli è caratterizzata da figure umane e animali. Due caprioli affiancano genietti alati che sorreggono delle fiaccole, mentre due pavoni ai lati di un cesto di fiori tengono nel becco le estremità di una benda legata a una corona sospesa.
Una serie di ghirlande, coppie di uccelli, teste infantili e le personificazioni delle stagioni rendono l’apparato decorativo estremamente affascinante.
Decorazioni nella Tomba di Fadilla, Mausolei di Saxa Rubra | Foto: © Romano D'Agostini | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Scoperta poco più di 50 anni dopo, la vicina Tomba dei Nasoni, nonostante abbia subito nel tempo diverse avversità, resta per stucchi, dimensioni, ricchezza delle raffigurazioni a soggetto mitologico, una preziosa testimonianza di età antoniniana.
A rendere l’idea di come si presentasse l’edificio al momento della sua scoperta restano le 35 tavole realizzate dal pittore e incisore Pietro Santi Bartoli, pubblicate nel 1680 e intitolate Le pitture antiche del sepolcro dei Nasonii nella via Flaminia.
Su una facciata in marmo a forma di tempietto, oggi scomparsa, si apriva una porta sormontata dalla tabula inscriptionis che ha reso possibile l’attribuzione del sepolcro a Quintus Nasonius Ambrosius e quindi alla famiglia dei Nasoni.
Come la Tomba di Fadilla, anche questo sepolcro risale al II secolo d.C. Varcandone l’ingresso si è subito immessi in un ambiente rettangolare con volta a botte, articolato in tre nicchie in ciascuno dei lati lunghi e una nella parete di fondo.
La complessa decorazione alterna riquadrature in stucco a pitture con scene mitologiche ricostruite nel dettaglio anche grazie alle riproduzioni di Bartoli, che hanno consentito la realizzazione di una serie di pannelli esplicativi.
Pietro Santi Bartoli, il Mausoleo dei Nasoni, incisione, 1960 | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Lo sguardo raggiunge le coppie di vittorie alate e le immaginarie creature marine che alludono alla vita dopo la morte, per posarsi poi sull’articolata parete di fondo, dove la cornice sfoggiava due pannelli con Edipo e la Sfinge e Pegaso tra due ninfe. Della decorazione del soffitto, che comprendeva in origine immagini della conclusione della guerra di Troia, per gli antichi un’allegoria della vita, resta oggi solo parte del Giudizio di Paride.
“Riaprire i luoghi della cultura in modo ordinario - commenta Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma - con l’opportunità di programmare le visite e dare la possibilità a più persone di accedere ai monumenti, è un impegno significativo e costante della Soprintendenza. Soprattutto in un caso come quello dei Mausolei di Saxa Rubra, ancora poco conosciuti, e che si inseriscono in un contesto più ampio di valorizzazione dei siti posti lungo la via Flaminia, insieme all’Arco di Malborghetto e alla Villa di Livia”.
Decorazioni nella Tomba dei Nasoni, Mausolei di Saxa Rubra | Foto: © Romano D'Agostini | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
L’accesso alle tombe è possibile, con ingresso gratuito e su prenotazione, ogni terzo giovedì del mese, scrivendo a: ss-abap-rm.malborghetto@beniculturali.it e indicando il turno di visita selezionato, il numero di partecipanti, nome, cognome e un recapito email.
Il primo turno, alle 10.30, ha inizio in via dei Casali Molinario 3 davanti l’ingresso della Tomba di Fadilla per terminare in via Flaminia 961 alla Tomba dei Nasoni. Il secondo turno, alle 12, segue invece il percorso inverso. Le prenotazioni verranno accolte fino alle ore 12 del mercoledì precedente l’apertura.
Leggi anche:
• Al Museo Barracco, alla scoperta di una domus romana "guidati" dalla luce
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A partire da oggi, 20 gennaio, ogni terzo giovedì del mese, con ingresso gratuito, su prenotazione, sarà possibile riscoprire i due edifici funerari di via dei Casali Molinario 3, scavati nel tufo e impreziositi da un’elegante decorazione caratterizzata da mosaici, stucchi, pitture.
Conosciuti come “i mausolei di Saxa Rubra” questi gioielli hanno una lunga storia da raccontare.
I Mausolei di Saxa Rubra | Foto: © Romano D'Agostini | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
La Tomba di Fadilla, scoperta nel 1923, si accinge a svelare al pubblico le sue decorazioni interne praticamente intatte, dal mosaico pavimentale alle pitture parietali e alla volta. A lasciarsi ammirare è soprattutto il pavimento a mosaico in bianco e nero, con ottagoni collegati da piccoli quadrati a formare un ampio disegno geometrico. Su tre pareti si aprono altrettanti arcosoli, dove, all’interno di nicchie, avvenivano le deposizioni. La decorazione pittorica sulle quattro pareti, sulla volta e sugli arcosoli è caratterizzata da figure umane e animali. Due caprioli affiancano genietti alati che sorreggono delle fiaccole, mentre due pavoni ai lati di un cesto di fiori tengono nel becco le estremità di una benda legata a una corona sospesa.
Una serie di ghirlande, coppie di uccelli, teste infantili e le personificazioni delle stagioni rendono l’apparato decorativo estremamente affascinante.
Decorazioni nella Tomba di Fadilla, Mausolei di Saxa Rubra | Foto: © Romano D'Agostini | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Scoperta poco più di 50 anni dopo, la vicina Tomba dei Nasoni, nonostante abbia subito nel tempo diverse avversità, resta per stucchi, dimensioni, ricchezza delle raffigurazioni a soggetto mitologico, una preziosa testimonianza di età antoniniana.
A rendere l’idea di come si presentasse l’edificio al momento della sua scoperta restano le 35 tavole realizzate dal pittore e incisore Pietro Santi Bartoli, pubblicate nel 1680 e intitolate Le pitture antiche del sepolcro dei Nasonii nella via Flaminia.
Su una facciata in marmo a forma di tempietto, oggi scomparsa, si apriva una porta sormontata dalla tabula inscriptionis che ha reso possibile l’attribuzione del sepolcro a Quintus Nasonius Ambrosius e quindi alla famiglia dei Nasoni.
Come la Tomba di Fadilla, anche questo sepolcro risale al II secolo d.C. Varcandone l’ingresso si è subito immessi in un ambiente rettangolare con volta a botte, articolato in tre nicchie in ciascuno dei lati lunghi e una nella parete di fondo.
La complessa decorazione alterna riquadrature in stucco a pitture con scene mitologiche ricostruite nel dettaglio anche grazie alle riproduzioni di Bartoli, che hanno consentito la realizzazione di una serie di pannelli esplicativi.
Pietro Santi Bartoli, il Mausoleo dei Nasoni, incisione, 1960 | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
Lo sguardo raggiunge le coppie di vittorie alate e le immaginarie creature marine che alludono alla vita dopo la morte, per posarsi poi sull’articolata parete di fondo, dove la cornice sfoggiava due pannelli con Edipo e la Sfinge e Pegaso tra due ninfe. Della decorazione del soffitto, che comprendeva in origine immagini della conclusione della guerra di Troia, per gli antichi un’allegoria della vita, resta oggi solo parte del Giudizio di Paride.
“Riaprire i luoghi della cultura in modo ordinario - commenta Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma - con l’opportunità di programmare le visite e dare la possibilità a più persone di accedere ai monumenti, è un impegno significativo e costante della Soprintendenza. Soprattutto in un caso come quello dei Mausolei di Saxa Rubra, ancora poco conosciuti, e che si inseriscono in un contesto più ampio di valorizzazione dei siti posti lungo la via Flaminia, insieme all’Arco di Malborghetto e alla Villa di Livia”.
Decorazioni nella Tomba dei Nasoni, Mausolei di Saxa Rubra | Foto: © Romano D'Agostini | Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma
L’accesso alle tombe è possibile, con ingresso gratuito e su prenotazione, ogni terzo giovedì del mese, scrivendo a: ss-abap-rm.malborghetto@beniculturali.it e indicando il turno di visita selezionato, il numero di partecipanti, nome, cognome e un recapito email.
Il primo turno, alle 10.30, ha inizio in via dei Casali Molinario 3 davanti l’ingresso della Tomba di Fadilla per terminare in via Flaminia 961 alla Tomba dei Nasoni. Il secondo turno, alle 12, segue invece il percorso inverso. Le prenotazioni verranno accolte fino alle ore 12 del mercoledì precedente l’apertura.
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