A Mamiano di Traversetolo dal 17 marzo al 1° luglio
Alla Magnani-Rocca il fascino dell'Oriente nelle tele di Alberto Pasini
Alberto Pasini, La carovana dello Shah di Persia, 1867, olio su tela
Samantha De Martin
13/02/2018
Parma - Quella del pittore Alberto Pasini è una storia che affonda i suoi pennelli nel fascino del viaggio, nei paesaggi misteriosi e sconfinati dell'Oriente, tra esotiche bizzarrie, suggestive rovine di terre lontane e grazie di odalische.
Tutto cominciò all’inizio del Settecento, quando la prima traduzione della raccolta Le Mille e una Notte apparve in Europa, lanciando una nuova corrente di gusto che assurgerà ad autentica moda per tutto ciò che proveniva da Turchia, Persia ed Egitto e che ebbe in Alberto Pasini uno dei suoi interpreti più raffinati.
Ed è a questo artista ottocentesco di Busseto che la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo dedica la mostra Pasini e l’Oriente. Luci e colori di terre lontane, un vero e proprio viaggio in cento opere, tra dipinti e lavori grafici, che non si limita a di presentare quell’immagine dell’Oriente che il pubblico occidentale richiedeva e alla quale era abituato, ma che tenta di offrire scorci nuovi, aprendo un intenso dialogo artistico con una cultura “altra”.
All’interno del percorso, aperto al pubblico dal 17 marzo al 1° luglio, la presentazione dei contenuti dei costumi e delle atmosfere avviene “dall’interno”, dando vita a un dialogo artistico di grande attualità.
È un avvenimento a segnare l’intera carriera artistica di Pasini, e a dare inizio alla sua attività di pittore di atmosfere orientaliste. Nel 1855, da poco arrivato a Parigi, gli fu affidata una delicata e avventurosa missione diplomatica francese incaricata di venire a patti con lo Shah di Persia, per sottrarlo all’influenza russa. Il racconto di questa straordinaria missione, che lo portò a circumnavigare la penisola arabica, con l’obiettivo di tenere aperto, con gli strumenti della cultura e della diplomazia, un dialogo tra l’Europa e il Medio Oriente, apre la mostra, nella quale vengono presentati, per la prima volta tutti insieme, i dipinti, i disegni, le litografie realizzati da Pasini durante il suo viaggio.
Un’esperienza della quale non resterebbe traccia senza le memorie del Conte Joseph Gobineau, primo segretario, che accompagnava il Ministro Prosper Bourée e soprattutto senza i lavori di questo artista, nipote di Antonio Pasini, pittore e collaboratore di Giovanni Bodoni.
Oltre alla serie completa dei quaranta disegni realizzati in Persia e ai grandi dipinti, tra i rarissimi esempi di opere di grandi dimensioni realizzate dall’artista, saranno esposte le tele realizzate a Istanbul, uno dei luoghi più raffigurati dall’artista, città declinata in decine di varianti e soluzioni, a partire dalla grande veduta della Moschea di Yeni Djami, fino alle Scene di Mercato, delle quali realizzerà, nel corso degli anni, oltre trenta versioni, tutte differenti e tutte con una atmosfera unica.
Avvolto da scene raffiguranti usi e costumi d’Oriente, tra dipinti di atmosfera e di paesaggio, il visitatore potrà ammirare opere di grandi dimensioni di musei internazionali mai esposte prima, da Pascoli sulla strada da Teheran a Tabriz a Ricordo dei dintorni di Tripoli, a Corvè per il trasporto dell’artiglieria nelle montagne di Shiraz - capolavoro esposto al Salon di Parigi nel 1864 e apparso solo in una vendita all'asta del 1987 - oltre a Un Marché a Constantinople, presentato al Salon del 1874 e riapparso solo recentemente.
Leggi anche:
• Pasini e l'Oriente. Luci e colori di terre lontane
• Da Rovereto a Parma va in scena l'arte della pubblicità
Tutto cominciò all’inizio del Settecento, quando la prima traduzione della raccolta Le Mille e una Notte apparve in Europa, lanciando una nuova corrente di gusto che assurgerà ad autentica moda per tutto ciò che proveniva da Turchia, Persia ed Egitto e che ebbe in Alberto Pasini uno dei suoi interpreti più raffinati.
Ed è a questo artista ottocentesco di Busseto che la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo dedica la mostra Pasini e l’Oriente. Luci e colori di terre lontane, un vero e proprio viaggio in cento opere, tra dipinti e lavori grafici, che non si limita a di presentare quell’immagine dell’Oriente che il pubblico occidentale richiedeva e alla quale era abituato, ma che tenta di offrire scorci nuovi, aprendo un intenso dialogo artistico con una cultura “altra”.
All’interno del percorso, aperto al pubblico dal 17 marzo al 1° luglio, la presentazione dei contenuti dei costumi e delle atmosfere avviene “dall’interno”, dando vita a un dialogo artistico di grande attualità.
È un avvenimento a segnare l’intera carriera artistica di Pasini, e a dare inizio alla sua attività di pittore di atmosfere orientaliste. Nel 1855, da poco arrivato a Parigi, gli fu affidata una delicata e avventurosa missione diplomatica francese incaricata di venire a patti con lo Shah di Persia, per sottrarlo all’influenza russa. Il racconto di questa straordinaria missione, che lo portò a circumnavigare la penisola arabica, con l’obiettivo di tenere aperto, con gli strumenti della cultura e della diplomazia, un dialogo tra l’Europa e il Medio Oriente, apre la mostra, nella quale vengono presentati, per la prima volta tutti insieme, i dipinti, i disegni, le litografie realizzati da Pasini durante il suo viaggio.
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Avvolto da scene raffiguranti usi e costumi d’Oriente, tra dipinti di atmosfera e di paesaggio, il visitatore potrà ammirare opere di grandi dimensioni di musei internazionali mai esposte prima, da Pascoli sulla strada da Teheran a Tabriz a Ricordo dei dintorni di Tripoli, a Corvè per il trasporto dell’artiglieria nelle montagne di Shiraz - capolavoro esposto al Salon di Parigi nel 1864 e apparso solo in una vendita all'asta del 1987 - oltre a Un Marché a Constantinople, presentato al Salon del 1874 e riapparso solo recentemente.
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