Un omaggio all'arte europea
Courtesy of© Frick Collection, New York |
Frick Collection
23/08/2001
All’ingresso del museo, sulla 70th East, il busto in marmo di Mr. Frick, eseguito nel 1922 dalla scultrice americana Malvina Hoffman, accoglie il visitatore. Quattro rilievi in marmo raffiguranti la Musica, la Scultura, l’Architettura e la Pittura introducono al “tempio delle belle arti”.
Superati vari locali di disimpegno, il percorso porta alla South Hall, stanza che custodisce il capolavoro di Jan Vermeer "Soldato con ragazza sorridente". Si tratta di una scena tipica nella produzione dell’artista olandese, massimo esponente della pittura intimista e di genere, di gran moda nel Seicento. Sopra un bel mobile settecentesco è appeso il "Ritratto di Madame Boucher", manifesto della pittura rococò francese. La donna è ritratta nel pittoresco disordine dell’appartamento del marito al Louvre, distesa su un divanetto alla moda. Un paravento a motivi animali e floreali, un piccolo buddha in porcellana e un servizio da tè di stile cinese documentano dell’interesse di Boucher per gli oggetti d’arte orientale.
La "Boucher Room" è uno dei gioielli del museo. In essa sono esposti otto pannelli con Le Arti e le Scienze personificate da putti, eseguiti tra il 1750 e il 1753 per Madame de Pompadour. Porcellane di Sèvres dai colori smaglianti, disegnate dai massimi artisti del tempo, e mobili d’epoca completano la ricostruzione dell’ambiente ospitato nel castello di Crécy, vicino Chartres.
Nell’adiacente Dining Room sette ritratti inglesi del XVIII secolo lasciano di sasso. Firmati da Hogarth, Reynolds, Gainsborough, Romney e Hoppner, fanno compagnia ad una serie di argenti e porcellane coeve. Accanto ad essi c’è la famosa "Passeggiata a St. James Park", dipinta da Gainsborough “alla maniera di Watteau” alla metà del secolo.
Superato il West Vestibule, dove sono ospitati quattro pannelli di Boucher con Le Stagioni, si arriva alla "Fragonard Room". La stanza è un grandioso omaggio all’opera del maestro francese, di poco più giovane di Boucher. Le sei tele che descrivono "I progressi dell’amore" furono acquistate dalla collezione di J. Pierpont Morgan con l’intento di ricreare alla 70th strada (angolo con Fifth Avenue) un ambiente parigino di tardo Settecento, completo del mobilio e della suppellettile d’epoca (porcellane di Sèvres comprese).
I dipinti esibiti furono commissionati a Fragonard da Madame du Barry, preferita di Luigi XV, per una stanza del padiglione di campagna a Louveciennes. Là istallati nel 1773, furono riconsegnati all’artista l’anno successivo in quanto poco compatibili con l’austero rigore dell’architettura di Claude-Nicolas Ledoux. L’erotismo e la gaia gioiosità del ciclo furono per di più considerati come un rimando troppo esplicito al legame extra-matrimoniale tra la committente e il re di Francia, per niente politically correct! Nel giro di poco tempo Joseph-Marie Vien venne incaricato dei “rimpiazzi”. Fragonard trasportò così nel 1790 i pannelli nella casa nativa di Grasse, in Provenza. Ambientate in un immaginario parco all’italiana, abitato da statue e fontane, le scene propongono le varie fasi del corteggiamento amoroso, fino al trionfo dell’amore. Il tono del racconto è quello favolistico-libertino; l’arte del maestro è all’apice dell’esuberanza e dell’originalità. C’è chi detesta questo genere di pittura (mielosa, frivola, aristocratica), c’è chi la ama sopra ogni altra cosa (libera, solare, laica).
Ad accompagnare il ciclo di Fragonard c’è uno stupendo busto della contessa di Cayla di Jean-Antoine Houdon (1777), il massimo scultore francese del Settecento. La donna è rappresentata come baccante, con foglie di vite intorno al collo, forse in riferimento allo stemma della famiglia del marito, il conte Baschi, caratterizzato dalla coppia Bacco-baccante. Baccanti appaiono anche in un gruppo in terracotta di Clodion datato 1766.
Nella Living Hall c’è spazio per qualche capolavoro del Rinascimento europeo. Il "San Francesco in estasi" di Giovanni Bellini, datato 1480 circa, fa compagnia a due stupendi ritratti di Tiziano, "l’Uomo col cappello rosso" (1516) e il "Pietro Aretino". Ai lati del camino, sopra il quale campeggia il "San Gerolamo" di El Greco, si accampano i ritratti di "Thomas More" e di "Thomas Cromwell" di Hans Holbein (1527 circa). Nutrita è la scelta di bronzetti italiani, da Antonio Pollaiolo a Giambologna.
Passando nella Library sono le opere di Turner e Constable a fare la parte del leone. E nella North Hall spazio all’Ottocento francese con Ingres (stupendo il "Ritratto della contessa di Haussonville"), Théodore Rousseau, Monet.
Il lato nord dell’edificio ospita infine, tra la West Gallery, l’Oval Room e la East Gallery, altri capolavori assoluti… e si arriva quasi all’incredulità! I massimi maestri del Cinquecento italiano (Tiziano, Bronzino, Veronese), i giganti del Seicento olandese (Rembrandt, Hals, Van Ruysdael), Velazquez, Van Dyck, Lorrain, Goya, Chardin, David, Whistler (con almeno due tele di eccezionale livello qualitativo). Nella Enamel Room, stanza di recente apertura sul lato occidentale dell’edificio, trionfa infine qualche dipinto del Quattrocento italiano: Andrea del Castagno, Gentile da Fabriano, Piero della Francesca, un probabile Antonello da Messina. Accanto ad essi la tavola più antica della collezione: un pannello della Maestà di Duccio di Boninsegna con "La tentazione di Cristo sulla montagna".
Una passeggiata per il Garden Court completa il percorso. Là piante e fontane fanno compagnia a sculture ottocentesche all’interno di un colonnato ionico.
The Frick Collection
I East 70th Street, New York, New York 10021
Orari: martedì-sabato 10-18; domenica 13-18
Chiuso il lunedì
Biglietto: 10 $ adulti; 5 $ studenti e anziani
Tel. (212) 288-0700
Internet: www.frick.org
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