Tra plexiglas e colori
Courtesy of ©Julie Polidoro |
Julie Polidoro
28/10/2001
Julie Polidoro presenta, per la prima volta a Roma, una mostra personale di lavori, "Frammenti di spazi" realizzati durante il suo stage ad Hong Kong, il cui titolo svela, senza indugi, l’oggetto delle ultime opere: squarci di ambienti, osservati meticolosamente e spogliati di qualsiasi indizio che possa riportarli alla realtà quotidiana.
In questa riduzione all’essenziale risiede l’originalità dell'artista che fin dai primi anni della sua attività punta ad eliminare il superfluo, riportando nei suoi lavori sempre gli stessi oggetti, in genere gli utensili più comuni: un piatto, un bicchiere, una camicia lasciata ad asciugare sul termosifone vengono disegnati in modo scrupoloso, ma allontanati dalla loro funzione quotidiana, fino a raggiungere una perfetta astrazione.
Questo il lavoro di ieri. Oggi Julie propone, nella sua mostra romana, lo stesso modo di far pittura cambiando soggetto: i luoghi.
Le sue ultime opere sono esaltate dalla scelta personale dell’artista di appositi supporti che sono parte integrante del discorso pittorico: possono essere lavagne, oppure carta Kraft, appena più spessa di quella da imballaggio, prima intelaiata e quindi coperta da una cornice di plexiglas trasparente, utilizzata per evidenziare la materia. Altre volte invece il plexiglas colorato, blu o rosso, diventa la base della sua pittura a tempera e allora la luce naturale viene lasciata filtrare per illuminare direttamente le forme tracciate.
L’attenzione dello spettatore, non può non posarsi sulla scelta del colore di Julie per le sue opere: steso per tutta la superficie, la caratterizza e crea il giusto sfondo per i suoi disegni.
A seconda dell’ambiente o della scena da ricreare, l’artista utilizza prevalentemente verdi freddi e grigi neutri, fino a raggiungere atmosfere cupe con il blu e il viola.
La Polidoro riesce a ritagliare frammenti di spazi visti da una determinata prospettiva, in alcune opere la tridimensionalità offre al pubblico la possibilità di “entrare” in quell’ambiente.
Nella “Visione di una porta”, un’opera alta quasi due metri e mezzo, sembra breve il passo da fare per entrare nel dipinto: la sensazione è proprio quella di poterla raggiungere e magari scoprire ciò che nasconde dietro la porta.
Oltre ad innumerevoli ambienti, colti da ogni tipo di angolatura, lo sguardo dell’artista si allarga anche su scene familiari, apparentemente banali ed appartenenti al quotidiano, ma completamente staccate dalla realtà. Questo tipo di interni sono abitati da personaggi appena abbozzati, chiusi nei loro gusci, senza possibili aperture verso l’esterno: una coppia di anziani guarda la tv, rigorosamente in silenzio, abbandonata sul divano del salotto, mentre, nell’immagine accanto, la tavola è imbandita, si mangia insieme.
Una confusa e sonnolente umanità si aggira in questi ultimi lavori di Julie Polidoro, simboli ironici di una familiarità alienata.
“Frammenti di spazi”
Fino al 30 Novembre 2001,
Via della Vetrina n.9
Per Info: Tel. 06/68192277
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