Magia e stregoneria
Streghe
18/07/2001
Tutto ciò che è collegato agli aspetti del soprannaturale ha da sempre affascinato la mente umana, ma, nell’analizzare seppur brevemente un argomento che riempie intere biblioteche, il Medioevo va considerato come uno spartiacque. E’ durante i secoli “oscuri” che la Chiesa si propone di sconfiggere definitivamente il paganesimo, ma nel farlo crea di contro credenze ibride che uniscono aspetti pagani e cristiani.
Tra i popoli dell’antichità oracoli, profeti, sibille, maghi, erano personaggi rispettati ed onorati, vere e proprie emanazioni delle divinità, ai cui suggerimenti, ad esempio, gli imperatori romani sottomettevano addirittura i destini dell’impero. Le pratiche magiche rappresentavano un atteggiamento del pensiero, la parte manifesta delle angosce e dei sogni dell’uomo. Qualcosa di molto preciso accadde durante il Medioevo: fu allora che andò rafforzandosi l’ipotesi del patto tra demonio e streghe per procurare danni all’umanità, idea avvalorata dalla Chiesa cristiana al fine di eliminare la religione pagana e l’influenza demoniaca sul popolo.
Il culto di Satana rimase intatto dall’XI al XIII secolo quando trovò il suo habitat naturale nelle campagne, nei boschi, nelle frazioni di montagna sperdute o negli insediamenti rurali dispersi: insomma là dove la miseria e l’ignoranza rendevano gli individui più esposti alle credenze e alle paure.
Un generico ma fortissimo ingrediente sessuale era inoltre legato a queste pratiche: da qui le immagini oscene, grottesche, eccessive fissate per sempre nell’iconografia.
In vari testi demonologici si parla anche di una dea, la più famosa Diana, che nottetempo viene seguita dalle sue adepte a cavallo di strani animali, a tale divinità femminile era connesso il dio pagano Cernunnus caratterizzato da grandi corna: evidente la demonizzazione di questa figura che si fuse con Satana. Dal ‘400 tali credenze vengono associate al viaggio estatico dei viventi verso il mondo dei morti: si crea così il nucleo folklorico del sabba. Di una divinità femminile si parla anche nei culti sicelioti: si passa dall’Artemide greca, al culto delle Madri, alla “regina degli animali”, capace di far risorgere gli animali.
Secondo lo studioso Carl Ginzburg la popolazione nomade degli Sciti avrebbe veicolato, tra il XI e il VI secolo a.C., il culto estatico sciamanico caratterizzato da estasi, volo, metamorfosi in animali. A conferma di tale interpretazione la venerazione, anche presso gli Sciti, di una “signora degli animali”.Epiteto di cui non a caso viene insignita Artemide nell’Iliade.
Un’ultima notazione sugli aspetti linguistici della stregoneria: nella terminologia italiana la strega è una donna che seduce, che ammalia, mentre in quella anglosassone appare come una donna saggia che conosce i misteri della natura, una guaritrice (witchcraft = stregoneria, ma letteralmente “arte, potere della conoscenza”).
Ancora una volta stridono i connotati positivi e negativi che interagiscono in tutto ciò che riguarda il fascino esoterico, un fascino che tutt’oggi fa proseliti con sette o congreghe a sfondo stregonesco la cui espressione più nota è certamente la WICCA, fondata da Gerard Gardner e che ha dato vita ad un vasto movimento culturale di stampo neo-pagano molto sviluppato nei paesi anglosassoni.
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