Gli appuntamenti di settembre
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Francesca Grego
13/09/2018
• Steven Cantor, Dancer. Wanted Cinema
Dal regista candidato all’Oscar Steven Cantor, un ritratto di Sergei Polunin, definito il James Dean della danza, il nuovo Nureyev o, più semplicemente, l’artista più dotato della sua generazione secondo il New York Times.
Classe 1989, origini ucraine, Polunin viene da quell’Est Europa dove la danza è popolare come il calcio anche tra i giovani. Sensuale e mefistofelico, ha infiammato i palcoscenici di tutto il mondo e le pagine delle riviste di gossip al pari di una rockstar. Ma tutto ha un prezzo: è difficile trovare la libertà di essere se stessi quando si è “la proprietà più esclusiva del mondo del balletto”.
Dall’infanzia alla clamorosa rottura con il Royal Ballet di Londra, dai tatuaggi all’amore con Natalia Osipova, quattro anni di vita e arte ad alta intensità in un lungometraggio nominato come miglior documentario al British Independent Film Awards.
Tra i contributi più interessanti, quello dell’artista e fotografo David LaChapelle, autore del video di Take Me to Church di Hozier, che ha proprio Polunin al centro dell’azione.
• I Colori ritrovati. Kinemacolor e altre magie. Edizioni Cineteca di Bologna
Un favoloso viaggio nel cinema del primo Novecento, alle origini delle prime tecnologie del colore.
Dalla Cineteca di Bologna, che conserva la più ampia collezione di film realizzati con il pionieristico sistema Kinemacolor, arriva un prezioso cofanetto con due DVD e 36 pellicole restaurate di recente che il pubblico contemporaneo non ha mai avuto occasione di ammirare. Dodici di questi film sono stati girati in Kinemacolor, il procedimento di colorazione bicroma che per primo tentò di riprodurre i colori della natura nel cinema, gli altri sono rari documenti dei sistemi concorrenti Pathécolor (colorazione a pochoir) e Chronochrome (tricromia).
Un inedito Grand Tour ci trasporta dunque nell’India coloniale per una sfilata di elefanti, a caccia nelle campagne inglesi, sulle spiagge del Nord della Francia oppure a Venezia, in Grecia, in Libia e in Giappone. Testimonianze storiche e istanti di pura bellezza si fondono in un’esperienza dal fascino vintage, con i colori nel ruolo di protagonisti.
• Nick Read, Mark Franchetti, Bolshoi Babylon. Cinema Editore
Dietro le quinte del teatro voluto da Caterina la Grande, “simbolo della Russia come il kalashnikov”, nelle parole del consigliere d’amministrazione Akexander Budberg.
Per la prima volta nella storia, una troupe cinematografica ha ottenuto il permesso di girare e realizzare liberamente interviste per quasi un anno all’interno del Bolshoi . Oltre la sua immagine di altissima istituzione culturale, il teatro pullula di intrighi, oscure manovre e vendette violente fin dai tempi degli zar, mentre nell’era sovietica era normale per le ballerine ricevere lettere minatorie o trovare pezzi di vetro nelle scarpette.
Come un thriller, il film si apre sulle danze della Bayadere, alternato ai primi piani del volto bendato di Sergei Filin, il direttore del Balletto sfregiato con l’acido nel 2013. Per poi raccontare dall’interno le atmosfere del teatro più famoso di tutta la Russia e la vita degli artisti cui, giorno dopo giorno, è affidato il compito di rinnovarne l’antico prestigio.
Accolto con favore in numerosi festival internazionali, il documentario è diretto dal regista Nick Read, co-diretto e prodotto dal giornalista del Sunday Times e premio British Press Mark Franchetti.
Leggi anche:
• L’Agenda dell’Arte – In libreria
• L’Agenda dell’Arte – Al cinema
Dal regista candidato all’Oscar Steven Cantor, un ritratto di Sergei Polunin, definito il James Dean della danza, il nuovo Nureyev o, più semplicemente, l’artista più dotato della sua generazione secondo il New York Times.
Classe 1989, origini ucraine, Polunin viene da quell’Est Europa dove la danza è popolare come il calcio anche tra i giovani. Sensuale e mefistofelico, ha infiammato i palcoscenici di tutto il mondo e le pagine delle riviste di gossip al pari di una rockstar. Ma tutto ha un prezzo: è difficile trovare la libertà di essere se stessi quando si è “la proprietà più esclusiva del mondo del balletto”.
Dall’infanzia alla clamorosa rottura con il Royal Ballet di Londra, dai tatuaggi all’amore con Natalia Osipova, quattro anni di vita e arte ad alta intensità in un lungometraggio nominato come miglior documentario al British Independent Film Awards.
Tra i contributi più interessanti, quello dell’artista e fotografo David LaChapelle, autore del video di Take Me to Church di Hozier, che ha proprio Polunin al centro dell’azione.
• I Colori ritrovati. Kinemacolor e altre magie. Edizioni Cineteca di Bologna
Un favoloso viaggio nel cinema del primo Novecento, alle origini delle prime tecnologie del colore.
Dalla Cineteca di Bologna, che conserva la più ampia collezione di film realizzati con il pionieristico sistema Kinemacolor, arriva un prezioso cofanetto con due DVD e 36 pellicole restaurate di recente che il pubblico contemporaneo non ha mai avuto occasione di ammirare. Dodici di questi film sono stati girati in Kinemacolor, il procedimento di colorazione bicroma che per primo tentò di riprodurre i colori della natura nel cinema, gli altri sono rari documenti dei sistemi concorrenti Pathécolor (colorazione a pochoir) e Chronochrome (tricromia).
Un inedito Grand Tour ci trasporta dunque nell’India coloniale per una sfilata di elefanti, a caccia nelle campagne inglesi, sulle spiagge del Nord della Francia oppure a Venezia, in Grecia, in Libia e in Giappone. Testimonianze storiche e istanti di pura bellezza si fondono in un’esperienza dal fascino vintage, con i colori nel ruolo di protagonisti.
• Nick Read, Mark Franchetti, Bolshoi Babylon. Cinema Editore
Dietro le quinte del teatro voluto da Caterina la Grande, “simbolo della Russia come il kalashnikov”, nelle parole del consigliere d’amministrazione Akexander Budberg.
Per la prima volta nella storia, una troupe cinematografica ha ottenuto il permesso di girare e realizzare liberamente interviste per quasi un anno all’interno del Bolshoi . Oltre la sua immagine di altissima istituzione culturale, il teatro pullula di intrighi, oscure manovre e vendette violente fin dai tempi degli zar, mentre nell’era sovietica era normale per le ballerine ricevere lettere minatorie o trovare pezzi di vetro nelle scarpette.
Come un thriller, il film si apre sulle danze della Bayadere, alternato ai primi piani del volto bendato di Sergei Filin, il direttore del Balletto sfregiato con l’acido nel 2013. Per poi raccontare dall’interno le atmosfere del teatro più famoso di tutta la Russia e la vita degli artisti cui, giorno dopo giorno, è affidato il compito di rinnovarne l’antico prestigio.
Accolto con favore in numerosi festival internazionali, il documentario è diretto dal regista Nick Read, co-diretto e prodotto dal giornalista del Sunday Times e premio British Press Mark Franchetti.
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