Da gennaio a Palazzo Martinengo
Donne nell'arte: un viaggio lungo quattro secoli da scoprire a Brescia
Ettore Tito (Castellammare di Stabia, 1859 - Venezia, 1941), Con la rosa tra le labbra, Collezione privata
Francesca Grego
19/10/2021
Brescia - Protagoniste fuori e dentro il quadro. Se è vero che negli ultimi anni si è scatenata la “caccia” alle grandi pittrici dimenticate, è innegabile che da sempre le donne sono in cima alla classifica dei soggetti più amati dagli artisti, a qualunque sesso questi ultimi appartengano. Come è cambiato nel tempo il modo di rappresentarle? Quali sogni, storie, realtà legate all’universo femminile è in grado di raccontare un dipinto? Lo scopriremo dal 22 gennaio a Brescia, dove una grande mostra chiusa causa pandemia e mai più riaperta sta per tornare sulla breccia.
Gian Antonio Guardi, Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle. Collezione privata
Oltre 90 opere e quattro secoli d’arte sono pronti ad andare in scena a Palazzo Martinengo nell’itinerario di Donne nell’arte, portando alla ribalta un caleidoscopio di volti e di figure, di personaggi noti e bellezze senza nome, di corpi quasi tangibili e di miti inafferrabili, ma non per questo meno potenti. Dame raffinate, eroine leggendarie, eteree fanciulle, conturbanti femme fatale, madri e popolane ritratte con incredibile realismo racconteranno come i più grandi maestri italiani hanno visto e trasferito su tela il mondo femminile. Si parte dall’antico con Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Artemisia Gentileschi, per arrivare all’Ottocento di Francesco Hayez, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Giovanni Boldini.
Artemisia Gentileschi, Cleopatra morsa dall'aspide. Collezione Cavallini-Sgarbi
“Il tema della donna”, spiega il curatore Davide Dotti, “è così affascinante e coinvolgente che gli artisti, soprattutto tra XVI e XIX secolo, lo hanno indagato da ogni prospettiva iconografica, eternando le ‘divine creature’ in capolavori che tutt’oggi seducono fatalmente il nostro sguardo. Per il visitatore è l’occasione di compiere un emozionante viaggio ricco di sorprese, impreziosito da dipinti inediti scoperti di recente in prestigiose collezioni private, opere mai esposte prima d’ora, e incontri ravvicinati con celebri donne del passato, tra cui la bresciana Francesca (Fanny) Lechi, ritratta nel 1803 dal grande Andrea Appiani in una straordinaria tela che dopo oltre venticinque anni dall’ultima apparizione torna visibile al pubblico”.
Tiziano Vecellio, Maddalena penitente. Collezione privata
Tra i dipinti da non perdere figura certamente la Maddalena penitente di Tiziano, in arrivo da una collezione privata tedesca ed esposto per la prima volta in Italia. “Si tratta di una variante di alta qualità di una delle composizioni più avidamente ricercate di Tiziano”, spiega Peter Humfrey, esperto del maestro veneto e autore del catalogo ragionato delle sue opere: “Le altre redazioni autografe sono state dipinte non solo per i suoi più importanti committenti, come il re Filippo II di Spagna, ma anche per altri illustri personaggi del suo tempo, quali Antoine Perrenot de Granvelle – consigliere dell’imperatore Carlo V d’Asburgo nonché viceré del regno di Napoli – e il potente cardinale Alessandro Farnese. Le vigorose pennellate frante e il denso impasto cromatico, suggeriscono una datazione al 1558-1563 circa, in prossimità della realizzazione della versione della Maddalena penitente dipinta per Filippo II nel 1561”.
La Coppia di amanti in piedi di Gustav Klimt, invece, è un disegno da guardare con molta attenzione perché anticipa le soluzioni che il leader della Secessione viennese metterà a frutto in alcuni dei suoi capolavori più famosi, come il Bacio e l’Abbraccio.
Vittorio Matteo Corcos (Livorno, 1859 - Firenze, 1933), Colibrì, Collezione privata
Scandito da otto sezioni tematiche, il viaggio delle Donne nell’arte si dipana tra sante ed eroine bibliche da Maddalena a Salomé, figure mitologiche come quelle di Circe, Dafne, Leda, Europa, e donne del mondo antico che sono riuscite a entrare anche nella storia scritta al maschile grazie a gesti di carattere, basti pensare all’audacia Cleopatra o di Sofonisba. Ma il nucleo più caldo del progetto lo raggiungiamo addentrandoci nelle epoche più vicine a noi, quando la pittura si inoltra nella vita vera delle donne per coglierne i turbamenti segreti, la fatica e le emozioni quotidiane, o al contrario i dettagli di abiti, accessori e acconciature alla moda. Nell’Ottocento nuove icone fanno infatti capolino sulla tela: sono madri o lavoratrici colte nelle loro occupazioni di ogni giorno, o bellezze estranee ai cliché del passato, ritratte in situazioni intime e atteggiamenti che ne esaltano la carica sensuale.
Filippo Palizzi, Donne che scavano a Pompei. Collezione privata
Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini sarà visitabile a Palazzo Martinengo dal 22 gennaio al 12 giugno 2022 a Palazzo Martinengo. In occasione della mostra, percorsi a tema, eventi collaterali e speciali pannelli espositivi collegheranno l’arte all’attualità, come parte di un progetto creato in collaborazione con la Fondazione Marcegaglia e dedicato alla sensibilizzazione del pubblico, specie quello più giovane, su una varietà di questioni legate all’universo femminile, dalle disparità tra uomini e donne sul lavoro alle violenze domestiche, dagli stereotipi di genere alle nuove forme di povertà.
Gaetano Bellei (Modena, 1857 - Modena, 1922), Colpo di vento, Collezione privata
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Gian Antonio Guardi, Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle. Collezione privata
Oltre 90 opere e quattro secoli d’arte sono pronti ad andare in scena a Palazzo Martinengo nell’itinerario di Donne nell’arte, portando alla ribalta un caleidoscopio di volti e di figure, di personaggi noti e bellezze senza nome, di corpi quasi tangibili e di miti inafferrabili, ma non per questo meno potenti. Dame raffinate, eroine leggendarie, eteree fanciulle, conturbanti femme fatale, madri e popolane ritratte con incredibile realismo racconteranno come i più grandi maestri italiani hanno visto e trasferito su tela il mondo femminile. Si parte dall’antico con Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Artemisia Gentileschi, per arrivare all’Ottocento di Francesco Hayez, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Giovanni Boldini.
Artemisia Gentileschi, Cleopatra morsa dall'aspide. Collezione Cavallini-Sgarbi
“Il tema della donna”, spiega il curatore Davide Dotti, “è così affascinante e coinvolgente che gli artisti, soprattutto tra XVI e XIX secolo, lo hanno indagato da ogni prospettiva iconografica, eternando le ‘divine creature’ in capolavori che tutt’oggi seducono fatalmente il nostro sguardo. Per il visitatore è l’occasione di compiere un emozionante viaggio ricco di sorprese, impreziosito da dipinti inediti scoperti di recente in prestigiose collezioni private, opere mai esposte prima d’ora, e incontri ravvicinati con celebri donne del passato, tra cui la bresciana Francesca (Fanny) Lechi, ritratta nel 1803 dal grande Andrea Appiani in una straordinaria tela che dopo oltre venticinque anni dall’ultima apparizione torna visibile al pubblico”.
Tiziano Vecellio, Maddalena penitente. Collezione privata
Tra i dipinti da non perdere figura certamente la Maddalena penitente di Tiziano, in arrivo da una collezione privata tedesca ed esposto per la prima volta in Italia. “Si tratta di una variante di alta qualità di una delle composizioni più avidamente ricercate di Tiziano”, spiega Peter Humfrey, esperto del maestro veneto e autore del catalogo ragionato delle sue opere: “Le altre redazioni autografe sono state dipinte non solo per i suoi più importanti committenti, come il re Filippo II di Spagna, ma anche per altri illustri personaggi del suo tempo, quali Antoine Perrenot de Granvelle – consigliere dell’imperatore Carlo V d’Asburgo nonché viceré del regno di Napoli – e il potente cardinale Alessandro Farnese. Le vigorose pennellate frante e il denso impasto cromatico, suggeriscono una datazione al 1558-1563 circa, in prossimità della realizzazione della versione della Maddalena penitente dipinta per Filippo II nel 1561”.
La Coppia di amanti in piedi di Gustav Klimt, invece, è un disegno da guardare con molta attenzione perché anticipa le soluzioni che il leader della Secessione viennese metterà a frutto in alcuni dei suoi capolavori più famosi, come il Bacio e l’Abbraccio.
Vittorio Matteo Corcos (Livorno, 1859 - Firenze, 1933), Colibrì, Collezione privata
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Filippo Palizzi, Donne che scavano a Pompei. Collezione privata
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