Una grande mostra fra arte, fede e territorio tra il Due e il Trecento
Giotto e Gentile si incontrano a Fabriano
Gentile da Fabriano, Madonna dell’Umiltà, 1420-1422 ca. Pisa, Museo Nazionale di San Matteo. Su concessione del Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei della Toscana – Firenze
E. Bramati
25/07/2014
Ancona - Ritorna ad accendersi la stagione espositiva di Fabriano, dove il 25 luglio si inaugura "Da Giotto a Gentile. Pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento", curata da Vittorio Sgarbi .
La mostra intende accende i riflettori su una vasta raccolta di capolavori artistici medievali in gran parte poco noti, chiamati a dialogare con il loro territorio di appartenenza grazie a speciali itinerari in città e nel territorio circostante, tra antiche abbazie, pievi e monasteri.
L'evento ha portato nella città marchigiana oltre 100 opere, tra dipinti, pale d'altare, affreschi staccati, ma anche sculture, oreficerie, miniature e manoscritti, giunti da musei italiani e stranieri. Esse saranno ospitate presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli e in tre splendide chiese del circuito urbano: Sant'Agostino, San Domenico e San Venanzio.
Consolidatosi il potere longobardo su Fabriano, l'egemonia culturale dell'Umbria vide nel Trecento la sua affermazione artistica e spirituale. La vicinanza con Assisi ed i ripetuti soggiorni di San Francesco contribuirono ad animare una vivace realtà di fede, che trovò poi nella pittura un efficace strumento propagandistico ed educativo.
Qui operarono grandi maestri come Giotto, il Maestro di Campodonico e Allegretto Nuzi, che saranno affiancati in mostra da lavori di Pietro Lorenzetti, Bernardino Daddi e Gentile da Fabriano.
Di quest'ultimo, in particolare, sarà presente anche la "Crocefissione" del polittico proveniente da Valleromita di Fabriano, ora nella Pinacoteca di Brera, e la "Madonna dell'umiltà" del Museo nazionale di San Matteo di Pisa.
Consulta anche:
Perugia ospita la Madonna del Rosario del Gentileschi
La mostra intende accende i riflettori su una vasta raccolta di capolavori artistici medievali in gran parte poco noti, chiamati a dialogare con il loro territorio di appartenenza grazie a speciali itinerari in città e nel territorio circostante, tra antiche abbazie, pievi e monasteri.
L'evento ha portato nella città marchigiana oltre 100 opere, tra dipinti, pale d'altare, affreschi staccati, ma anche sculture, oreficerie, miniature e manoscritti, giunti da musei italiani e stranieri. Esse saranno ospitate presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli e in tre splendide chiese del circuito urbano: Sant'Agostino, San Domenico e San Venanzio.
Consolidatosi il potere longobardo su Fabriano, l'egemonia culturale dell'Umbria vide nel Trecento la sua affermazione artistica e spirituale. La vicinanza con Assisi ed i ripetuti soggiorni di San Francesco contribuirono ad animare una vivace realtà di fede, che trovò poi nella pittura un efficace strumento propagandistico ed educativo.
Qui operarono grandi maestri come Giotto, il Maestro di Campodonico e Allegretto Nuzi, che saranno affiancati in mostra da lavori di Pietro Lorenzetti, Bernardino Daddi e Gentile da Fabriano.
Di quest'ultimo, in particolare, sarà presente anche la "Crocefissione" del polittico proveniente da Valleromita di Fabriano, ora nella Pinacoteca di Brera, e la "Madonna dell'umiltà" del Museo nazionale di San Matteo di Pisa.
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