Michele di Giovanni Bono (Giambono)
Venezia 1420 - 1462
I pochissimi documenti esistenti su questo pittore ci aiutano poco a ricostruirne la vita, mentre molto più efficace per definire la sua personalità è l’analisi delle sue numerose opere. Quelle riferibili al periodo giovanile evidenziano una formazione a contatto con la pittura di Jacobello del Fiore e Nicolò di Pietro, nell’aura di Gentile da Fabriano. Agli anni Trenta risale il monumentale polittico di San Michele, smembrarato in diverse collezioni del mondo, che rappresenta la summa della sua opera e ne rivela la matrice gentiliana con una più maniacale insistenza decorativa e una maggiore ricerca lineare. Esegue anche gli affreschi della cappella Serego a Santa Anastasia a Verona e alcune storie a mosaico nella cappella Mascoli di San Marco a Venezia. Collaborano a questa imprese Jacopo Bellini e Andrea del Castagno. Nelle ultime opere è evidente un tentativo di adeguamento alle novità spaziali e prospettiche rinascimentali.