Giovanni Bellini
Venezia 1430 ca - Venezia 1516
Figlio di Jacopo e fratello di Gentile, è uno dei massimi pittori del Rinascimento. Si forma nella bottega paterna, ma guarda soprattutto all'opera del cognato Andrea Mantegna. I dipinti anteriori al 1460 (una Trasfigurazione e una Crocifissione al Museo Correr di Venezia, la Preghiera nell'orto alla National Gallery di Londra) sono caratterizzati dall'incisività del disegno e del tratto grafico nei contorni, ma già rivelano un'inclinazione per rappresentazioni intime e quasi dolenti delle figure, immerse in vasti paesaggi silenziosi. Il decennio successivo vede lo smorzarsi delle linee, che lasciano il posto a una ricerca della luce: ricchezza di toni e passaggi cromatici contraddistinguono la Pietà (Pinacoteca di Brera, Milano), il Cristo benedicente (Louvre, Parigi) e il Polittico di San Vincenzo Ferreri (Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, Venezia). E' l'Incoronazione della Vergine (Pala di Pesaro, Musei Civici, Pesaro), databile al 1475, a segnare il raggiungimento della piena maturità e indipendenza artistica del Giambellino. Egli mostra in questo dipinto di conoscere e comprendere l'opera di Piero della Francesca e dei contemporanei fiamminghi. Tali esperienze, come anche quella di Antonello da Messina, confluiscono nell'arte del maestro, fuse in una forte coerenza stilistica. Ne è prova la Trasfigurazione del 1485 (Museo di Capodimonte, Napoli), opera centrale della maturità del pittore veneziano. Capo di una fiorente bottega e pittore ufficiale della signoria dal 1483, Bellini rimarrà attento anche al lavoro della nuova generazione di giovani artisti cresciuti attorno a lui nei primi anni del Cinquecento, da Giorgione a Tiziano. Tra le opere di questo periodo si ricordano il Trittico dei Frari (Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia) e la Pala di San Zaccaria (Chiesa di San Zaccaria, Venezia), avviate verso una monumentalità di stampo cinquecentesco.