Antonio Canova nasce a Possagno, vicino Treviso, il 1° novembre del 1757. Rimane precocemente orfano di padre e, quando la madre si risposa e si trasferisce in un paese vicino, viene affidato al nonno paterno, abile scalpellino e capomastro, che gli insegna i primi rudimenti del mestiere. E poiché dimostra una dote eccezionale per la scultura, nel 1768 viene mandato a condurre il proprio apprendistato a Venezia, dove frequenta studi di scultori oltre alla Pubblica Accademia del Nudo e dove realizza le sue prime opere che gli danno una certa notorietà nell’ambiente artistico locale (Orfeo ed Euridice, 1773; Apollo; busto di P. Renier; Dedalo e Icaro, 1779). Nel 1779 si reca a Roma, dove si stabilirà nel 1781 e dove realizzerà le sue opere più belle. Qui studia la scultura antica, conosciuta anche attraverso il suo viaggio del 1780 a Pompei, Ercolano e Paestum, e viene a contatto con artisti ed intellettuali che teorizzano un nuovo ritorno al classico. L'influenza degli ideali neoclassici nella sua arte si rende sempre più evidente, a cominciare con opere come Teseo e il Minotauro (1781-1783) per proseguire con la serie di sculture, anche queste a soggetto mitologico, eseguite sul finire del Settecento (Eros giovinetto, Amore e Psiche, Ebe, Venere e Adone, Ercole e Lica, Le Tre Grazie), che gli regalano fama internazionale. La sua arte è apprezzata e richiesta da mecenati e case regnanti dell’intera Europa. Tra il 1783 ed il 1810 realizza i monumenti funebri di Clemente XIII e Clemente XIV a Roma, di Maria Cristina d'Austria a Vienna, e di Vittorio Alfieri a Firenze. Nel frattempo, nel 1798, quando i Francesi occupano Roma, preferisce lasciare la città per far ritorno nei suoi luoghi d’origine, dove si dedica alla pittura e in soli due anni realizza molte delle tele e quasi tutte le tempere oggi custodite nel Museo-Gipsoteca Canova allestito nella sua casa natale a Possagno. Nel 1800 fa ritorno a Roma e si stabilisce in Piazza di Spagna insieme al fratello Giambattista, che diviene suo segretario. Nel 1804, con l’inizio del periodo napoleonico Canova viene scelto come ritrattista ufficiale dall'imperatore, per il quale realizza varie opere (quali il Napoleone conservato presso Apsley House, rappresentato come personificazione di “Marte Pacificatore”, i busti dei Napoleonici, il marmo di Letizia Ramolino e il celeberrimo ritratto allegorico di Paolina Bonaparte, rappresentata come "Venere vincitrice"). Intanto la sua fama continua a crescere. Nel 1802 ha ricevuto anche l’incarico di "Ispettore Generale delle Antichità e delle Arti dello Stato della Chiesa" oltre a quello della tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, compito assegnatogli in quanto capo dell'Accademia di San Luca. Nel 1815 è a Parigi dove, grazie a un’abile azione diplomatica riesce a recuperare numerose e preziose opere d’arte trafugate da Napoleone nella nostra penisola e a riportarle in patria. Nello stesso anno il governo inglese gli chiede di dare un parere sull'autenticità dei marmi provenienti dal Partenone. Pio VII, riconoscendo la sua grande opera in difesa dell’arte italiana, gli conferisce il titolo di Marchese d’Ischia insieme ad un vitalizio di tremila scudi che Canova decide di destinare al sostegno delle accademie d’arte.
Nel luglio del 1819 è a Possagno per la posa della prima pietra della Chiesa Parrocchiale che ha progettato per la sua comunità. Il maestoso edificio, che ora accoglie le sue spoglie, sarà completato, però, solo dieci anni dopo la sua morte, che avviene il 13 ottobre 1822, a Venezia.
Biografia
COMMENTI: